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Centro sociale

Che cosa chiede il Foa Boccaccio al comune di Monza

Un lungo post sui social dove il centro sociale ribadisce la sua posizione, senza se e senza ma

Il Foa Boccaccio non chiede nulla al comune di Monza. Il centro sociale monzese, però, ci tiene a mettere i puntini sulle  'i' anche in seguito a "tentativi di apertura" dell'amministrazione di centro sinistra guidata dal sindaco Paolo Pilotto. 

"Ci teniamo a ribadire, come già detto ieri all’assessora che aveva espresso la sua disponibilità a portare le questioni relative alla Foa Boccaccio in consiglio comunale, che non abbiamo partecipato alla presentazione del testo per aprire dialoghi con l’amministrazione, o per avanzare richieste rispetto la nostra attuale situazione - si legge in un lungo post pubblicato sulla pagina Facebook del centro sociale, in merito alla presentazione alcuni giorni fa di un libro al quale hanno partecipato anche alcuni militanti -. La nostra comunità si costruisce su idee e pratiche che continueremo a portare avanti in modo autogestito e collettivo, con le persone che frequentano e animano il nostro spazio. Non esistono giunte a noi amiche e non crederemo alla favola, raccontataci durante il dibattito, della questura che obbliga il comune a mettere a disposizione la polizia locale per reprimere la socialità a Monza. Piuttosto, se davvero si vuole marcare una differenza tra questa giunta e quella precedente, che lo si faccia. Che ognuno scelga la sua strada. Noi, la nostra, l’abbiamo scelta da tempo".

Parole chiare e precise quelle apparse sulla pagina social del Foa Boccaccio. Un lungo post nel quale i militanti che occupano gli spazi di via Timavo ribadiscono la loro linea, il loro percorso e il loro pensiero. Con critiche all’assessore alla sicurezza Ambrogio Moccia. "Da almeno sei mesi - si legge ancora sul profilo social del centro sociale - tutti gli eventi organizzati dalla Foa Boccaccio vengono contraddistinti dal dispiegamento di un numero spropositato di posti di blocco nelle vicinanze: nel tentativo di raggiungere via Timavo 12 decine di giovani di Monza e provincia (sicuramente membrə della famigerata “teppa”!) vengono puntualmente fermatə e identificatə, una 'brillante' innovazione intimidatoria della nuova giunta".

"Crediamo fortemente nella ‘politica del posizionamento’ – conclude il post - nell’importanza di parlare, dire, pensare ricordando il punto di vista da cui partiamo, che non è mai neutro. E ricordiamo che se i nostri posizionamenti non sono mai neutri, lo sono ancora meno se rivestiamo cariche pubbliche".

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