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Martedì, 30 Aprile 2024
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"Voglio riportare la mia Ilaria a casa": la grande battaglia di papà Roberto (ma non solo)

Lunedì 29 gennaio a Budapest ci sarà il processo dell'insegnante monzese

“Questa storia vorrei risolverla in fretta prima di essere troppo vecchio per andare in moto insieme”. Questo il post su Facebook scritto pochi giorni fa da Roberto Salis, il papà di Ilaria, la maestra monzese di 39 anni detenuta dal febbraio dell’anno scorso nel carcere di Budapest. Lunedì 29 gennaio ci sarà il processo. Ilaria, antifascista militante, rischia 16 anni di carcere: su di lei pende l’accusa di aver aggredito l’11 febbraio 2 militanti neonazisti durante il giorno dell’onore. 

Roberto Salis nei prossimi giorni raggiungerà Budapest. Lì dopo il processo il 31 gennaio incontrerà anche la figlia, come è già successo a ottobre e a novembre. Due ore di incontro in carcere, guardando sua figlia da dietro un vetro, colloquiando tramite un telefono. “Ci saluteremo come sempre con un bel sorriso, non potendoci abbracciare”, ha confidato a MonzaToday.

Intanto nella giornata di ieri, martedì 23 gennaio, Salis ha incontrato a Roma il ministro della Giustizia Carlo Nordio. “Un primo contatto con il governo. Durante l’incontro abbiamo sollecitato nuovamente  la richiesta di far tornare a casa Ilaria”. La giovane da oltre un anno è detenuta in carcere in condizioni disumane. Dopo l’arresto per mesi i familiari non hanno potuto mettersi in contatto con lei. Fino al 6 settembre quando i genitori sono riusciti finalmente ad avere un primo contatto con la figlia e a scoprire e denunciare le condizioni in cui la donna si trovava.  La mobilitazione dei media e della rete è arrivata solo alcune settimane fa, alla vigilia di quel processo che lunedì vedrà al banco degli imputati la maestra brianzola. Il padre Roberto è soddisfatto di questo primo incontro con il ministro Nordio, ma è molto cauto. “Sarò ottimista solo quando vedrò Ilaria varcare la porta di casa”, ha aggiunto. 

Ilaria, come più volte ha ricordato il padre, è una donna forte. “L’ho sentita al telefono anche questa mattina - prosegue -. Ha un cellulare dedicato alle telefonate con alcuni numeri consentiti. Ha a disposizione 70 minuti di chiamate al mese. Fa di tutto per non farci preoccupare, soprattutto a sua mamma”.  Roberto Salis è conscio del regime di carcere duro che in questo anno Ilaria ha subito. “Faremo di tutto per farla tornare a casa - prosegue -. Ringrazio chi si sta mobilitando per lei. In particolare sono rimasto molto commosso dal gesto degli studenti del liceo classico Zucchi di Monza, il liceo che Ilaria aveva frequentato”. Gli “zucchini” hanno deciso di far sentire la loro voce e si sono riuniti in comitato, chiamando all’appello anche tutti gli ex studenti. Hanno attivato una petizione on line per chiedere la liberazione di quella ex studentessa che era stata sui banchi del prestigioso liceo classico monzese.

"È commovente. Questo gesto è di grande sostegno per tutti noi – prosegue -. In questa circostanza ci stiamo rendendo conto che sia noi genitori sia Ilaria abbiamo tanti amici, siamo circondati da tante persone che ci vogliono bene e che noi ringraziamo. Un grazie anche a quegli amici che ci hanno aiutato con la realizzazione del sito e della pagina Facebook per far conoscere la storia di nostra figlia e sensibilizzare l’opinione pubblica per far tornare Ilaria a casa”. 

Roberto sa che lo attendono delle giornate molto intense e importanti per il futuro di sua figlia. Resta cauto con le emozioni fino a quando la 39enne rientrerà a casa. “Io sono orgoglioso di mia figlia – ha ricordato -  Il fatto che la pensiamo diversamente dal punto di vista politico non è mai stato di alcuna limitazione al nostro amore: abbiamo discusso tante volte anche calorosamente, ma poi ci siamo sempre abbracciati perché il nostro legame è ben più importante della politica. E io ammiro tantissimo Ilaria perché mette tutta se stessa nei suoi ideali". 

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