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L'emozionante gesto di Matteo Pessina che passa la fascia di capitano a Davide un calciatore "speciale"

Terminata la partita il capitano ha fatto un dono speciale a Davide, capitano della squadra di calcio Arcobaleno Down

Negli occhi di Davide c’era tanta emozione e incredulità. La gioia del suo campione che al termine della partita si è avvicinato, si è tolto la fascia di capitano e gliela ha consegnata. A lui, primo e storico capitano di quella specialissima squadra dell’Asd Arcobaleno Calcio Monza, squadra di calcio nata nel 1995 e formata da ragazzi con la sindrome di Down e disabilità cognitiva e relazionali.

Ha commosso la rete quel video pubblicato sulla pagina Facebook dell’Arcobaleno che domenica 11 febbraio al termine della partita del Monza contro il Verona disputata  sul campo dell’U-Power Stadium ha visto capitan Pessina, prima di rientrare negli spogliatoi, consegnare la fascia a Davide, ragazzo con la sindrome di Down. Lo storico capitano dell’Arcobaleno non credeva ai suoi occhi. Lui lì a bordo campo ad assistere alla partita quando ha visto che capitan Pessina gli si avvicinava. A quel punto Davide è rimasto immobile. Poi il capitano del Monza si è fermato, si è tolto la fascia e l’ha messa sul braccio del suo “collega”. Una stretta di mano e quell’abbraccio sincero che ha sciolto la tensione e l’emozione.

Una storia di sport, inclusione, ma soprattutto amicizia quella che c’è dietro all’Asd Arcobaleno Down. Una storia nata per caso quasi trent’anni fa quando Davide e il suo amico Matteo (anche lui ragazzo con la sindrome di Down) erano in una pizzeria di Monza. Quella sera nel locale c’erano anche alcuni poliziotti che erano andati a mangiare la pizza dopo la consueta partita di calcetto. Quei borsoni a terra avevano attirato l’attenzione di Davide che si avvicinò a Gino Rapicavoli – uno degli agenti – e gli disse che anche lui amava tanto giocare a pallone. A quel punto il poliziotto monzese decise di fare qualcosa di concreto e insieme ad alcuni colleghi ed amici nel 1995 diede vita all’Arcobaleno Down. Una vera e propria famiglia, che con la scusa del pallone faceva uscire, divertire e socializzare i ragazzi con la sindrome di Down e altre disabilità relazionali. Ragazzi che sotto la guida severa ma paterna di Gino hanno raggiunto importanti risultati e che ancora oggi, a molti anni dalla sua scomparsa, continuano a custodirne il ricordo e a gioire ricordandolo ogni volta che fanno gol. E a proseguire questo sogno guidati dalla presidente Elena Altobrando Rapicavoli.

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