rotate-mobile
Il caso

Allarme medici di base in Brianza: l'unica soluzione saranno gli ambulatori temporanei?

Non si ferma l'emorragia dei medici di famiglia e con questa la protesta dei cittadini. Intanto nei comuni del territorio si cercano soluzioni

In tutto il territorio la progressiva e continua carenza di assistenza primaria dei medici di base si fa sempre più preoccupante.

Ad oggi, infatti, la presenza nei comuni brianzoli dei camici bianchi di famiglia risulta essere sempre più esigua e di anno in anno il numero di coloro che andrà in pensione supera in modo piuttosto drastico quello di chi accede alla professione negli ambulatori. Fra le cause principali non solo il crollo demografico (se la quota di coloro che vanno in pensione è maggiore di quelli che entrano nel mondo del lavoro, è palese come il ricambio generazionale risulti insufficiente) ma pure la scelta da parte dei giovani laureandi in medicina (anche questi in calo) di puntare su carriere diverse da quelle del medico di famiglia. Scegliendo altre specializzazioni più remunerative. Un quadro che durante il periodo della pandemia (dove il numero dei medici andato in pensione e ami sostituiti è sensibilmente aumentato) ha assunto tinte ancora più fosche.

Il risultato? Nel migliore dei casi il sempre minor numero di camici bianchi di famiglia si accompagna di contro a quello in crescita dei pazienti in cura. E dunque a un carico di lavoro eccessivo per i dottori. Nella peggiore, come più sovente accade, diversi cittadini rimangono senza medico di base. E sono costretti ad affidarsi agli ambulatori temporanei (sovente ubicati nelle Case di Comunità, ovvero i presidi comunali in grado di gestire alcune patologie e offrire una serie di esami), attivati proprio per garantire ai pazienti la continuità dell’assistenza primaria a seguito di cessazione dell’attività o del pensionamento dei medici di medicina generale, in attesa che questi ultimi vengano sostituiti. Una condizione che via via sta alterando il sistema di assistenza su tutto il territorio e per il quale da tempo anche le proteste dei cittadini si fanno sempre più forti.

E' il caso del quartiere Sant'Albino, a Monza, dove l'unico medico di base ha annunciato la cessazione del servizio per la fine del mese di agosto. Suscitando parecchia preoccupazione fra i residenti, soprattutto quelli più anziani. Per i quali, se non arriverà velocemente un sostituto, diventerà difficile gestire anche le semplici richieste per le prescrizioni di farmaci, esami e visite. “I cittadini saranno obbligati a ricorrere per le ricette ad un ufficio situato nell’ospedale vecchio - hanno infatti denunciato dal Comitato di quartiere -. Invitiamo tutti i santalbinesi a stare in campana e a prepararsi a far sentire la loro voce. Basta con le logiche aziendaliste. La tutela della salute è un diritto costituzionale fondamentale e non un bene di consumo da acquistare dai privati. Basta con lo smantellamento della medicina territoriale. Abbiamo già visto durante la pandemia i danni prodotti da queste scellerate politiche”. Proprio durante la pandemia, non a caso, il problema è esploso con il pensionamento di molti medici e la mancanza di quelli nuovi.

Appare ovvia, dunque, in un tale caos, anche la forte preoccupazione da parte delle amministrazioni comunali. Che sempre più spesso sono costrette a ragionare per tentare di trovare delle soluzioni all'annoso problema. L'ultimo a rivolgersi ai cittadini è stato il primo cittadino di Seregno Alberto Rossi, che sulla sua pagina Facebook si è rivolto ai tanti pazienti del dottor Maurizio Giussani, medico di famiglia ritiratosi per andare in pensione, per i quali, manco a dirlo, l'unica soluzione al momento sarà quella di affidarsi agli ambulatori temporanei: "Nelle ultime settimane abbiamo evidenziato ad Ats Brianza come il pensionamento del dottor Giussani creasse numerosi disagi ai suoi pazienti, non essendo stato individuato per tempo un sostituto - ha spiegato il sindaco -  Dal 7 settembre per gli ex pazienti ci sarà la possibilità di poter usufruire degli spazi dell'ambulatorio medico temporaneo di Giussano (e quindi non più quello di Seveso), che si trova nella Casa di Comunità in via Milano 65, a Giussano". Una soluzione che ancora Rossi ha riconosciuto "non essere la soluzione migliore" e per la quale l'amministrazione seregnese vorrebbe ovviare aprendo un ambulatorio territoriale in via Verdi a Seregno.

Seppure trovare bandolo della matassa, almeno per il momento, a Seregno come in tutta la Brianza appare ancora abbastanza arduo. "Come tutti sapete la situazione dei medici di base e della sanità nella nostra Regione è davvero complessa, ne mancano molti all'appello e spero davvero che chi ha il compito di affrontare questo problema lo faccia nel più breve tempo possibile" ha concluso giustappunto Rossi. 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Allarme medici di base in Brianza: l'unica soluzione saranno gli ambulatori temporanei?

MonzaToday è in caricamento