rotate-mobile
Attualità

"Sei un brutto mongoloide": la lezione di un papà agli studenti

L'intervento di Nico Acampora durante un incontro con gli studenti al Memoriale della Shoa

Quando è salito sul palco sono iniziati gli applausi. Perché quell’uomo con il grembiule rosso ormai è diventato un volto familiare, il volto del papà di PizzAut. Ma quando ha preso il microfono e ha iniziato a parlare è stato come una sorta di pugno nello stomaco, una macchina della verità che, purtroppo,  è stata impietosa. “Quanti di voi hanno detto brutto mongoloide per insultare un compagno, quel compagno più fragile e debole?” ha chiesto Nico Acampora a un nutrito gruppo di studenti riuniti nella mattinata di mercoledì 3 maggio al Memoriale della Shoa a Milano dove era in corso il Festival dei diritti umani.

Acampora ha preso la parola non nelle vesti di fondatore della prima pizzeria in Italia gestita da persone autistiche, ma nelle vesti (orgogliose) del papà di Leo un ragazzino diversamente abile. Quando Acampora ha chiesto alla platea in quanti avevano usato la parola mongoloide per insultare un coetaneo oltre la metà delle braccia si sono alzata e a quel punto è iniziata la lezione. “Siamo qui riuniti a parlare di diritti e di lotta ai pregiudizi -  ha proseguito – e poi la metà di voi usa parole offensive per colpire i più deboli”.

Ma è andato oltre, chiedendo a quei giovani in quanti avessero utilizzato l’ormai diffusa espressione di “avere la 104” per offendere chi è in difficoltà. E anche in questo caso sono state tante le mani alzate ad ammettere di aver offeso utilizzando quell’espressione. “Forse non lo sapete – ha continuato il papà brianzolo – ma la 104 è quella legge che dà il diritto a mia moglie di assentarsi dal lavoro per accompagnare Leo alle terapie e alle visite. Voi la usate come offesa. La lingua italiana è piena di belle parole, ma anche di parole offensive. Parole, queste ultime, che in molti casi identificano le persone più deboli e che vengono utilizzate proprio per colpirle. E, tutto questo, ci viene quasi naturale”. Poi Nico Acampora ha invitato la giovane platea a riflettere ricordando che i nazisti avevano per primi preso di mira i più deboli. “Perché lo sterminio era iniziato proprio dalle persone diversamente abili”, ha concluso. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Sei un brutto mongoloide": la lezione di un papà agli studenti

MonzaToday è in caricamento