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Domenica, 28 Aprile 2024
Sanità / Vimercate

L'ambulatorio brianzolo che non chiude (quasi) mai

Numeri importanti quelli dell'ambulatorio brianzolo attivo 6 giorni su 7

Circa 2.000 ricoveri in un anno, 190 pazienti (di cui 20 nuovi casi all’anno) sottoposti ad emodialisi, 24mila trattamenti all’anno in un servizio aperto 6 giorni su 7 con attività organizzate sia la mattina sia il pomeriggio. Perché, purtroppo, le patologie renali non vanno in vacanza nel fine settimana. 
Questi alcuni dei numeri della struttura di Nefrologia e Dialisi dell’ospedale di Vimercate, una delle più all’avanguardia sul territorio, con apparecchiature di ultima generazione.

Il servizio, che ovviamente non si è mai fermato durante il periodo dell’emergenza sanitaria, è diretto dalla dottoressa Graziana Battini. La struttura è dotata di 12 posti letto di degenza, oltre ai servizi di emodialisi, ospedaliera e presso i centri di assistenza limitata (i cosiddetti CAL) di ad Agrate Brianza e di Carate Brianza, dialisi peritoneale domiciliare e offerta ambulatoriale. I pazienti sono persone affette da insufficienza renale, nei diversi stadi: dal più moderato a quello terminale. Alla base c’è una malattia renale primitiva, in cui è coinvolto solo il rene (30-35%), sia, molto più spesso (50-55%), una insufficienza renale secondaria. “Infatti – chiarisce la dottoressa Battini - le cause più frequenti di questa condizione sono le più comuni malattie della popolazione generale: l'ipertensione arteriosa, il diabete mellito, l'obesità, le malattie cardiache e vascolari”.

L’ultimo ambulatorio nato è quello dedicato alla nefrologia geriatrica. Complessivamente si contano circa 2.500 visite ambulatoriali all’anno. “Contiamo sulla cartella clinica dialitica completamente informatizzata – racconta Battini - e disponiamo anche di sistemi di controllo dei trattamenti domiciliari mediante una connessione informatica, che intendiamo estendere, così da ridurre il numero dei accessi ospedalieri dei pazienti domiciliari.

Ma accanto a chi sottopone alla dialisi in ospedale ci sono anche 40 i pazienti in dialisi peritoneale, a domicilio: tutti adeguatamente addestrati dagli operatori della struttura. Una ventina segue la metodica manuale, l’altra una modalità automatica in orario notturno. “La dialisi peritoneale domiciliare – aggiunge Graziana Battini - ha un impatto minore sui pazienti: non obbliga a spostamenti dal proprio ambiente, consentendo di mantenere impegni lavorativi, relazioni sociali, di poter andare in vacanza e di ridurre l’impatto economico sia per il sistema sanitario sia per il malato”. 

In Italia sono 2,5 milioni le persone affette da malattia renale, con 50.000 in terapia dialitica. Alla luce di questi numeri sono cruciali la prevenzione e la diagnosi precoce.  “È fondamentale l'alleanza con i medici di famiglia e con gli specialisti cardiologi, diabetologi, reumatologi ... perché i pazienti – dice la nefrologa - non giungano a noi quando l'unico provvedimento possibile è iniziare la dialisi. È dimostrato che la diagnosi precoce consente di ritardare questo traguardo anche di cinque anni, ponendo in atto tutte le strategie terapeutiche oggi possibili”.

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