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Monza è tra le prime città in Italia a lanciare il progetto dell'asilo diffuso

Un aiuto ai genitori che lavorano

Monza è una tra le prime città in Italia a lanciare il progetto del nido interaziendale diffuso. Un progetto ideato congiuntamente da Becoming, Frasi e Jointly che si pone l’obiettivo di andare incontro alle necessità dei lavoratori con i bambini piccoli e che non rientrano nelle graduatorie degli asili comunali. L’asilo nido diffuso (o di prossimità) vede l’azienda effettuare una pre-selezionare di una serie di nidi che rispettano determinati criteri pedagogici. A questi asili i dipendenti possono accedere con un diritto di precedenza rispetto all’apertura delle iscrizioni. 

Inoltre, sono le aziende stesse a finanziare parte della retta mensile come già previsto dalle misure sul welfare aziendale. Un supporto che può essere potenziato con il ricorso all’intervento pubblico e a un voucher per ridurre i costi delle rette, in linea con gli incrementi delle misure di supporto previste dalla Legge di Bilancio 2024 e, più in generale, con le misure del PNRR. Si tratta della prima iniziativa nel suo genere in Italia, dedicata ai genitori che lavorano nelle aziende aderenti al progetto. Nella fase iniziale verrà avviata in 4 città (Milano, Monza, Roma e Torino), per poi essere estesa a tutto il territorio italiano.  Il progetto “Nido diffuso” è già stato avviato in grosse realtà come Crédit Agricole Italia e Gruppo Mediobanca.

In Italia la copertura degli asili nido è ferma al 33% - ancora inferiore al Sud Italia (15%) – con rette che per un posto in un nido pubblico incidono fino al 10% sul reddito annuo, mentre la carenza di offerta formativa si protrae anche in età scolare.  Sono infatti più di 8 su 10 (l’85%) i dipendenti con figli dai 6 anni in su che chiedono di poter ricevere un supporto specifico dalla propria azienda attraverso il welfare aziendale, in base ai dati della ricerca “JOINTLY Voice” elaborata da JOINTLY, B Corp ® leader in Italia nel Corporate Wellbeing, con l’Università Cattolica di Milano. 
 
“Davanti all’inverno demografico del nostro Paese – precisa la ricerca - con un tasso di natalità (1,25) sensibilmente inferiore al numero di figli che le donne dichiarano di desiderare (2), diventa, quindi, sempre più urgente trovare delle soluzioni che consentano di supportare i neogenitori da un punto di vista logistico-organizzativo ed economico, rispondendo alla carenza di politiche di supporto integrate e infrastrutture. In prospettiva, sarà strategico rafforzare gli interventi a sostegno della genitorialità per la sostenibilità del sistema paese e per coniugare obiettivi di vita e di carriera, in particolar modo per le mamme.  Il welfare aziendale, opportunamente sostenuto da politiche pubbliche, può contribuire a un’inversione della dinamica demografica nel nostro Paese”. A questo proposito, nell’ambito della ricerca “Per una Primavera demografica” recentemente pubblicata, la Fondazione Magna Carta ha presentato alcune linee guida e proposte normative per le politiche pubbliche a sostegno della natalità fondate su un innovativo modello di welfare aziendale. 

Le proposte sono state elaborate dalla Fondazione con il contributo di Jointly - Il Welfare condiviso, Engineering, BNP-Paribas, Prysmian Group e altre aziende italiane. L’obiettivo è sostenere economicamente le famiglie con figli ed erogare servizi di qualità ai dipendenti con il supporto delle imprese.  Dalla ricerca è emerso che il 70% delle misure di sostegno alla natalità e alla genitorialità adottate dalle aziende coinvolte da Magna Carta nella ricerca sono state assunte solo negli ultimi tre anni e che circa l'80% di queste misure sono frutto di azioni unilaterali dell'azienda o poste in essere grazie a una contrattazione interna. Ad essere maggiormente apprezzate dai collaboratori sono soprattutto le misure di welfare a supporto della genitorialità e della gestione familiare che hanno ottenuto una valutazione media di 8,5 su 10 da parte del 65% del campione rappresentativo di aziende che hanno partecipato allo studio. Tra queste, più di 6 aziende su 10, infine offrono ai propri collaboratori contributi economici finalizzati agli asili nido.

Tra le principali proposte presentate da Fondazione Magna Carta a sostegno della natalità figurano i voucher babysitter o per i centri estivi, scuole aperte il pomeriggio e durante la stagione estiva, congedi parentali più estesi, sgravi fiscali per la previdenza integrativa, incentivi e detrazioni fiscali per le aziende che favoriscono l’orientamento e assumono personale femminile con formazione STEM e per l’attivazione di asili nido diffusi.
 
 

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