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Martedì, 30 Aprile 2024
A Santa Maria delle Grazie

A Monza il presepe (tutto da sperimentare) fatto col legno dei barconi

Visibile fino al 2 febbraio, Papa Francesco ha concesso anche l'indulgenza plenaria per chi lo visiterà

Da giorni il presepe realizzato nella chiesa del santuario di Santa Maria delle Grazie a Monza è meta di un continuo viavai di persone. Diversamente da altre natività, infatti, quella nella chiesa di via Montecassino è una vera e propria esperienza da vivere in prima persona giacché per osservare il presepe è necessario addentrarcisi, camminare al suo interno. Un percorso nel quale le suggestioni della tradizione si alternano alle immagini dei nostri giorni, come le guerre e la violenza, ad accendere più di una riflessione sul vero senso dell'esistenza. E del Natale.

Non è una caso che, fra i materiali utilizzati per costruire il presepe in questione, ci siano anche i legni provenienti da un barcone di migranti.

"L'idea di fondo è quella di spingere chi sta davanti al presepe ad entrarci, a starci dentro - spiega fra' Ivano Paccagnella, animatore vocazionale del Nord Italia dei Frati Minori, che ha realizzato il presepe con i ragazzi in accoglienza nel convento in attesa del Natale - L'invito è a sporcarsi le mani con la nostra storia e la nostra quotidianità, così come ha fatto Dio. Che ha scelto di farsi uomo attraverso suo figlio, sperimentando le nostre miserie umane ma fornendoci anche una chiave di lettura che ci porta verso orizzonti nuovi". Di qui, l'idea di suddividere la Natività in un percorso a tre tappe che occupa altrettante cappelle all'interno della chiesa. 

La barca fatta col legno delle barche affondate

La prima consta di una costruzione in legno che riporta alla morfologia di una delle tante barche di migranti che cercano di raggiungere la Porta d'Europa, in quel di Lampedusa. Contraddistinta da luci e i colori accesissimi a fomentare la tensione emotiva. Le due finestre dell'imbarcazione si aprono al loro interno da una parte al susseguirsi di immagini che raccontano la cronaca di oggi, ovvero la povertà, la solitudine, la droga, l'inquinamento e in generale la violenza, dall'altra al plastico di una città distrutta dalla guerra. Contenuti che sono "siglati" da un pezzo di legno proveniente da un barcone di migranti, inserito nella parte anteriore della costruzione e donato dalla fondazione "Casa dello spirito e delle arti", nota per aver realizzato la famosa Croce di Lampedusa fatta con i legni delle barche affondate. "È la memoria dell'oggi - chiarisce fra' Ivano - Uno spaccato della realtà che potrebbe portarci a credere che Dio non esista". 

Nella seconda cappella, la vera e propria natività. Con la Vergine, Giuseppe e Gesù bambino nella mangiatoia. "Qui si entra nel vivo della storia, in quel momento importante dove Gesù nasce e nasce come un bambino povero. Una figura indifesa, che non spaventa ma che al contrario chiede di prendersi cura di lui. Così come ce l'ha presentata San Francesco". Nel messaggio della nascita il richiamo allo spirito di povertà e di umiltà, indispensabili per riconoscere la verità. Come quella che anche Dio, facendosi uomo, sia a condividere i nostri stessi orrori e le nostre fatiche quotidiane.

Nell'ultima tappa del percorso il tripudio di pastori fra rocce e prati che guardano verso "il nuovo orizzonte" racconta della promessa che segue l'incontro con Gesù. In uno scenario con colori tenui, dove l'aria pare rasserenarsi, prende corpo la speranza di quei pascoli erbosi promessi da Dio all'uomo. E ricordati nei cartigli appesi alle pareti. "È proprio la scoperta di Gesù nella nostra vita a regalarci uno sguardo nuovo e carico di speranza - conclude fra' Ivano - Lo stesso sguardo che hanno i pastori, capace di osservare la realtà fuori ma stando dentro al presepe. Con la certezza, appunto che il Cristo, Buon Pastore che ha dato la sua vita per noi, ci accompagna ogni giorno e ci guida fuori dal recinto verso una vita rinnovata. Con la certezza che, guardando a lui, possiamo concretamente cambiare la nostra quotidianità e non soggiacere alle nostre inquietudini e alla violenza diffusa".

Un presepe speciale anche per Papa Francesco

Per presentare il presepe nel santuario monzese, i frati hanno realizzato un video visibile a questo link. Visionandolo è anche possibile ascoltare la canzone scritta appositamente da fra' Marco Cosini, ex frate alle Grazie, oggi di casa nella comunità francescana di Veltri, in Liguria. 

Composto in occasione degli '800 anni dalla realizzazione a Greccio del primo presepe per mano di San Francesco, e visitabile fino al 2 febbraio, il presepe monzese vanta anche un'altra peculiarità. Su richiesta della comunità francescana, infatti, Papa Francesco ha concesso l'indulgenza plenaria per chi si ferma a pregare davanti allo stesso (secondo le condizioni richieste).

Un motivo in più per sperimentare un viaggio decisamente speciale all'interno del santuario di via Montecassino. Per sperimentare il significato della misericordia. Un viaggio speciale non solo per gli occhi ma anche carico di fiducia e speranza per il cuore. 

Presepe Santa Maria delle Grazie

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