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Il reddito di cittadinanza ha i mesi contati?

Il 54% degli italiani si dichiara favorevole all'abolizione del sussidio, ma il tema tornerà d'attualità solo se alle elezioni vincerà il centrodestra.

Renzi vuole cancellare il reddito di cittadinanza? È uno "specialista di referendum persi" e "perderà ancora". Il leader del M5s Giuseppe Conte è pronto a scommettere che nel caso in cui fossero chiamati ad esprimersi gli italiani sceglierebbero di non abrogare la legge che ha introdotto il reddito di cittadinanza nel 2019. È davvero così? I sondaggi per ora dicono altro. Secondo l'istituto Swg in effetti il 54% degli aventi diritto voterebbe per cancellare il sussidio, il 25% dei cittadini si dichiara favorevole a mantenerlo e il 21% è indeciso e non sa se andrebbe a votare. I sondaggi restano sondaggi, ma l'orientamento in questo caso è abbastanza evidente.

Il reddito di cittadinanza rischia davvero di essere cancellato? Vediamo quali sono gli scenari. Intanto va detto che la raccolta firme di Italia viva per chiedere il referendum abrogativo partirà il 15 giugno, ma difficilmente l'idea di Renzi potrà andare in porto perché la legge prevede uno stop alle richieste referendarie nell'anno precedente alla fine della legislatura. È molto più probabile dunque che sul reddito a intervenire sarà il Parlamento. Di sicuro non in questa legislatura (non ci sono i numeri), ma se alle elezioni del 2023 dovesse imporsi il centrodestra tutto potrebbe accadere. In questo caso le probabilità di un profondo restyling della misura aumenterebbero esponenzialmente, anche se non è detto che si arriverebbe all'abolizione tout court.

Le proposte di Lega e Forza Italia per cambiare il reddito di cittadinanza

All'interno della coalizione la posizione più netta è senza dubbio quella di Giorgia Meloni. La leader di Fdi non ha mai fatto mistero di voler eliminare il reddito di cittadinanza senza se e senza ma, definendolo una "paghetta di Stato" e "metadone di Stato" nonché un provvedimento "profondamente diseducativo" che "non risolve la tua condizione di povertà" perché "ti lascia stabile, dipendente dalla politica".

Matteo Salvini è più cauto: il leader della Lega, che il sussidio l'ha votato quando era al governo con i 5 Stelle, ha detto di recente che l'assegno "va lasciato a chi non può lavorare" e tolto a tutti gli altri. Una posizione ribadita oggi a 'Mattino Cinque' su Canale 5. Il reddito di cittadinanza "va cambiato. Io lo lascerei a chi non può lavorare", ha fatto sapere il leghista, mentre "i soldi a chi può lavorare e non vuole lavorare li girerei alle aziende. Toglierlo a tutti mi sembra una ingiustizia, ma e vero che darlo a casaccio induce al lavoro nero". Se passasse la linea del leghista dunque il sussidio verrebbe erogato solo ai percettori "non occupabili" (ovvero anziani, minori, persone con gravi difficoltà familiari etc), una platea che comunque è tutt'altro che marginale dal momento che rappresenta i 2/3 di chi è oggi titolare di Rdc.

Un'altra proposta di modifica è arrivata di recente dal ministro del Turismo Massimo Garavaglia (Lega) che ha lanciato l'idea di dimezzare l'importo del sussidio ai lavoratori stagionali "purché vadano a lavorare".

E Forza Italia? Qualche mese fa Berlusconi aveva stupito tutti definendo il reddito di cittadinanza uno strumento giusto che "aiuta i poveri", salvo poi precisare che "la revisione" della misura "è un compromesso ragionevole". "Noi immaginavamo uno strumento diverso" aveva detto a novembre il leader di Fi, "ma il tema della povertà in Italia è oggettivo e in molte aree del Paese davvero gravissimo".

La proposta di modifica dei forzisti non si discosta di molto da quella proposta da Garavaglia. A spiegare cosa hanno in mente gli azzurri è stata qualche giorno fa la vicepresidente del gruppo Forza Italia al Senato Licia Ronzulli. "Il reddito di cittadinanza - ha detto la senatrice azzurra - va almeno sospeso in vista dell'estate, così da stimolare l'occupazione stagionale. Forza Italia dice di no ai sussidi, alle mance e ai bonus che penalizzano le imprese, perché altrimenti i giovani non si apriranno mai a nuove opportunità".

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