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Talenti monzesi

Il musical monzese di San Francesco in scena nel paese del poverello

La compagnia teatrale di frate Celestino Pagani, religioso del santuario delle Grazie, per la prima volta ad Assisi

Lo scenario, magnifico, era quello del sagrato della chiesa di San Damiano, ad Assisi. Dove la tradizione vuole che San Francesco abbia sentito il crocifisso parlare e chiedergli per tre volte "va' e ripara la mia casa in rovina" e dove, in seguito, ha pure composto il celebre Cantico delle creature.

È che la compagnia teatrale Gli amici di Francesco, guidata da fra' Celestino Pagani, responsabile della mensa dei poveri del santuario di Santa Maria delle Grazie, nella serata di sabato 18 giugno ha portato in scena "Francesco", il musical sulla vita santo di Assisi nato da un'idea dello stesso frate monzese per far conoscere (attraverso le suggestioni della musica) la figura e il messaggio del fraticello umbro fattosi povero tra i poveri per amore di Gesù. Un’idea che si è rivelata ben presto fortunatissima. A prendere parte al progetto, appunto, i fedelissimi ragazzi del "suo" coro provenienti da Pavia, Monza e Milano, che zaino in spalla e sempre con lo stesso entusiasmo dal 2019 hanno deciso di accompagnarlo nei teatri, nelle chiese e negli oratori della Lombardia e d'Italia per onorare a loro volta, con il loro impegno sul palco, San Francesco.

Indubbia, anche questa volta, la capacità del gruppo di coinvolgere e appassionare gli spettatori. Fra i quali, ovviamente, gli stessi frati minori di Assisi. Emozionante il susseguirsi dei quadri coreografici. Dall’ormai rinomatissimo Canto dei fratelli che apre e chiude lo spettacolo alla divertente danza polacca che vede protagonista un giovane e mondano Francesco fare baldoria insieme agli amici, dalle concitate scene di guerra con le spade a quelle più intime e commoventi ove il fraticello si converte alla povertà e sceglie la via del Signore, fino all’incontro con Chiara e all’applauditissima (e invero maliosa) scena delle stimmate, ottenuta attraverso l’ausilio di effetti speciali, e infine a quella della morte di Francesco, lo spettacolo si è rivelato un unicum nel suo genere.

San Francesco, il musical ad Assisi

Sviluppato in un crescendo di trepidante attesa, in un mix di turbamenti e sussulti del cuore e obbligate e improvvise spinte alla riflessione, capace di tenere incollati gli occhi del pubblico al palco fino alla fine. E di sottolineare, si dica, la grande intesa venutasi a creare fra i novelli giullari di Dio. Ventisei in tutto, un frate appunto, due religiose consacrate, e poi lavoratori e studenti, pronti a emozionare e a emozionarsi cantando del loro santo preferito. A sottolineare l’importanza di un impegno artistico che è riuscito a "modellare in senso positivo le loro stesse esistenze, aprendoli al vero spirito dell’amicizia".

Lasciandosi illuminare di quella luce nuova di povertà e amore che sa trionfare nel mondo buio e dilaniato dalle guerre. Ancora più luminosa perché passata attraverso le mani e le parole di un umile fraticello. Spontaneo come un bimbo. Folle come un giullare. Innamorato di Gesù come nessuno.

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