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Al San Gerardo uno studio per prevenire il delirium post operatorio

Lo studio sta già interessando molti specialisti stranieri

L'ospedale San Gerardo di nuovo in prima linea nel campo della ricerca. Il nosocomio monzese partecipa infatti a uno studio sul delirium post operatorio per intercettare i pazienti a rischio ed evitare eventuali danni cerebrali. 

Lo studio è stato finanziato da Villaggio Amico, comunità sanitaria per anziani che si trova a Gerenzano, in provincia di Varese. Lo studio coinvolge, oltre all'ospedale monzese, anche l’Azienda ospedaliero-universitaria Sant'Anna di Ferrara e una serie di ricercatori, tra cui geriatri, ortopedici, anestesisti e biologi delle Università di Milano-Bicocca e Ferrara. 

Il delirium è uno stato confusionale acuto che colpisce le funzioni cognitive dell’individuo, principalmente la capacità di mantenere l’attenzione prolungata e la consapevolezza di sé nell’ambiente. Questa condizione è “trasversale” a tutti i reparti ospedalieri e interessa in media un paziente ricoverato ogni cinque con età superiore ai 65 anni. Il delirium insorge per una serie di meccanismi fisiopatogenetici solo in parte conosciuti, tra cui infezioni, interventi chirurgici, disordini di tipo metabolico oppure uso di farmaci, che determinano un passaggio di mediatori dell’infiammazione e sostanze tossiche attraverso la barriera ematoencefalica (cioè la barriera che separa la circolazione sanguigna dal cervello) e finisce con il danneggiare in modo più o meno reversibile il tessuto cerebrale. In un terzo dei casi il delirium può essere ipercinetico (agitato) mentre in oltre due terzi dei casi è di tipo ipocinetico (cioè caratterizzato da stato soporoso e iporeattività) o misto (caratterizzato dall’alternanza di delirium ipocinetico e ipercinetico).

Lo scopo dello studio, coordinato dall’Ortogeriatria dell'Asst Monza, è raccogliere materiale proveniente dal sangue, dal liquido cefalorachidiano e dal muscolo di soggetti operati per frattura di femore che abbiano sviluppato delirium post-operatorio, per valutare la presenza di biomarcatori specifici di neuroinfiammazione e danno ossidativo cerebrale in comune ai tre tessuti. L’obiettivo è identificare, grazie a questi biomarcatori, gli individui a rischio di sviluppare delirium post-operatorio per prevenire eventuali danni cerebrali. 

“Circa il 30-35% dei pazienti sviluppa delirium dopo un intervento per frattura di femore e ci è sembrato interessante approfondire i meccanismi fisiopatogenetici alla base di questo disturbo post-chirurgico - ha commentato il professor Giuseppe Bellelli, professore ordinario di Geriatria-Medicina Interna all’Università Bicocca di Milano e direttore dell'Unità operativa complessa di Geriatria del San Gerardo di Monza -. Le implicazioni potenziali di questo studio sono molteplici e potrebbero permettere di identificare anticipatamente gli individui a rischio di sviluppare delirium, mettendo in atto interventi di prevenzione o di protezione del danno cerebrale. Ad oggi lo studio ha preso in esame 16 pazienti e ha destato l’interesse di ricercatori europei (olandesi, norvegesi e spagnoli) che stanno raccogliendo gli stessi materiali biologici". 

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