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“Sono illegali”: cosa sta succedendo con le nomine per la sanità in Lombardia

Le delibere non avrebbero i requisiti previsti dalla legge. La risposta shock del sottosegretario regionale: "E' una tesi di laurea, per cui non è abbastanza attendibile"

La mozione è da respingere perché si basa "su dati contenuti in una tesi di laurea di una giovane studentessa e per questo non sufficientemente attendibili". Così il sottosegretario di regione Lombardia Fabrizio Turba (Lega) in consiglio regionale, martedì 14 giugno, ha 'liquidato' la mozione presentata da Michele Usuelli (+Europa/Radicali) con cui si denunciava che le delibere di nomina dei direttori generali di Ats e Asst sarebbero prive dei requisiti previsti dalla legge.

Affermazioni che hanno lasciato letteralmente di stucco Usuelli. "Il sottosegretario - commenta - ha risposto in modo scomposto, offensivo e sessista. Invece di dire se i dati contenuti nella tesi e nella mozione fossero veri, si è permesso di contestare la credibilità della studentessa che ha redatto le tesi, in particolare perché giovane e donna, e di un’istituzione della massima credibilità quale il Politecnico di Milano".

La mozione traeva effettivamente origine dal lavoro di una studentessa del Politecnico, secondo cui le delibere con cui sono stati nominati i direttori generali delle strutture sanitarie, sia alla fine del 2018 sia nella rotazione di quasi un anno fa, sarebbero carenti dei requisiti previsti dalla Riforma Madia. "Le delibere - spiega Usuelli - devono contenere adeguate motivazioni sulla scelta del nominato, indicare al nominato obiettivi precisi e facilmente verificabili da raggiungere, garantire la trasparenza della procedura con pubblicazione facilmente accessibile delle delibere e e dei curriculum sia dei nominati sia dell'intera rosa su cui è stata fatta la scelta".

Motivazioni e obiettivi copiaincollati

Secondo Usuelli, invece, le motivazioni e gli obiettivi sono "quasi assenti o riportati con il copia/incolla" e la trasparenza è "molto carente, soprattutto per quanto riguarda la pubblicazione dei curriculum di candidati e nominati". Di qui l'idea di presentare una mozione in consiglio regionale, per avere dall'assessora al welfare Letizia Moratti risposte chiare sul punto. "La giunta ha avuto quattro giorni per verificare la veridicità dei dati, ma ha preferito non farlo, non per sciatteria, ma essendo consapevole che non c’era una sola affermazione contestabile nella mozione", conclude Usuelli.

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