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Martedì, 30 Aprile 2024
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Il futuro green dell'ex raffineria? Per il Consiglio di Stato "tutto quel verde va motivato"

Arrivata la sentenza del Consiglio di Stato in merito al vicenda della ex Lombarda Petroli

Che cosa ne sarà della ex raffineria di Villasanta? L’area (da bonificare) della ex Lombarda Petroli resta ancora al palo. Almeno fino a quando il comune non motiverà meglio la scelta di quello standard pari al 55% di verde inserito nel Pgt. Così che alla fine del 2023 è arrivata la tanto attesa sentenza del Consiglio di Stato che ha visto contrapposti il Comune di Villasanta con il Fallimento Lombarda Petroli. Al centro il futuro di riqualificazione della ex raffineria: un futuro (per il privato che deciderà di acquistarla) legato ai parametri che la giunta di centrosinistra guidata dal sindaco Luca Ornago ha imposto. Con paletti “green” considerati dal Fallimento troppo restrittivi e quindi poco appetibili per un ipotetico compratore. 

La sentenza del Consiglio di Stato 

Così che la sentenza del Consiglio di Stato chiude definitivamente il contenzioso tra le due parti. “La previsione dello standard pari al 55% della superficie complessiva del compendio avrebbe dovuto avere una motivazione più incisiva rispetto a quelle ricostruibili dal complessivo testo del Pgt”. Si legge nel documento. Dove però si precisa anche che “rimane salvo il potere dell’amministrazione di rideterminarsi con adeguata motivazione”.
Il altri termine il comune deve motivare anche adeguatamente questa ampia visione green. 150mila metri quadrati di area messa in liquidazione. Una grande ferita ancora aperta nel cuore di Villasanta, dopo quel disastro ambientale del 2010 quando 3mila tonnellate di gasolio e di oli combustibili finirono nel Lambro. Uno dei più grandi disastri ambientali d’Italia e che ad oggi attendono ancora una riqualificazione.

Una battaglia iniziata nel 2019

Fermata però dal Pgt del 2019 quando l’amministrazione ha previsto che su quell’area 90mila mq dovevano avere destinazioni standard, cioè spazi destinati alla collettività e non al privato (per esempio con la realizzazione di verde e ciclabili). Oltre alla realizzazione di attività produttive e commerciali. Un Pgt che bocciato dalla curatela fallimentare che richiedeva non sola una revisione degli standard, ma anche la possibilità di aprire alla destinazione edilizia. E così è iniziata una lunga battaglia a suon di carte bollate, di corsi e ricorsi in tribunale. La prima sentenza del Tar (Tribunale amministrativo regionale) che ha accolto la richiesta della curatela di ridurre gli standard, ma ha dato ragione al comune per la destinazione (commerciale e produttiva, e non edilizia). Poi il ricorso alla Corte Costituzionale e adesso la parola definitiva del Consiglio di Stato: il sintesi il comune di Villasanta ha richiesto il 55% di aree standard, ma deve adeguatamente motivare il perché sia necessario così tanto spazio green. Con quel progetto tanto caro alla giunta Ornago della creazione di un ampio corridoio ecologico che, come da sempre ribadito dalla curatela, allontanerebbe gli acquirenti. 

Le posizioni delle controparti 

“Quel che è certo è che come amministrazione proseguiremo con la strada tracciata nel 2019, cioè quella di prevedere per tutta la parte centrale del territorio dell'ex raffineria, quella dove il verde si è già ripreso il proprio spazio, un destino urbanistico di non trasformabilità”, si legge nella nota ufficiale diffusa dal comune di Villasanta.  Di tutt’altro parere l’avvocato Umberto Grella, legale della curatela. “Chiedendo insensatamente standard 7 volte superiori al dovuto secondo la legge hanno paralizzato la riqualificazione di un’area strategica ed impedito per anni di creare oltre 500 posti di lavoro”. 

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