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Cronaca

Monza piena di barriere: la donazione (bocciata) per rendere accessibile l'Arengario

Andrea Ferretti, presidente dell'associazione Peba Onlus, durante una diretta Facebook con il consigliere Paolo Piffer illustra le criticità delle barriere architettoniche a Monza. Ferretti, di professione architetto, attraverso il capogruppo di Civicamente aveva proposto la donazione almeno di un montascale mobile

Monza (sfortunatamente) è in linea con il 95% dei Comuni lombardi: tante le barriere architettoniche e i ritardi nella stesura del Peba (Piano di eliminazioni delle barriere architettoniche).
Barriere lungo le strade, ma anche negli edifici pubblici, e tra gli emblemi delle strutture non accessibili alle persone con disabilità c’è l’Arengario.

Questo quanto emerso in occasione dell’incontro su Facebook organizzato dal gruppo Civicamente: ospite Andrea Ferretti, architetto monzese, presidente dell’associazione Peba Onlus, da anni impegnata in molti comuni lombardi in progetti per l’abbattimento delle barriere architettoniche.

“La situazione in Lombardia è pressoché comune – spiega -. Solo il 5% dei Comuni lombardi si è già attivato per la stesura del Peba, una legge che risale a quasi quarant’anni fa”. A Monza è ancora tutto fermo. “Con la mia Onlus, che vive esclusivamente di donazioni private, stiamo lavorando in diversi comuni della Lombardia, anche in collaborazione con gli studenti (soprattutto i futuri geometri) che vengono impiegati nella mappatura delle barriere architettoniche. Lavori che poi vengono consegnati alle amministrazioni che, di anno in anno, in sede di bilancio approvano i fondi da destinare all’eliminazione della barriere architettoniche evidenziate durante la  mappatura”.

Il progetto (bocciato) per rendere accessibile l'Arengario

Ferreti - consultato dal consigliere comunale Paolo Piffer (Civicamente) - aveva evidenziato l'esigenza annosa di eliminare definitivamente le barriere architettoniche presenti in Arengario con un progetto strutturato e con un ausilio fisso. "Attraverso il consigliere Piffer ho proposto la donazione immediata di un montascale mobile che non richiede alcuna installazione. Purtroppo non consente la piena autonomia della persona con disabilità poichè necessita della presenza di un assistente; ma quantomeno in via temporanea risolve il problema. Almeno fino a quando non verrà realizzato l'intervento definitivo". Ferretti è ben consapevole che la soluzione del montascale non consente l'autonomia della persone disabile, ma nell'attesa della risoluzione definitiva del problema, con un progetto strutturato, consente l'accesso e la fruizione alle mostre anche alle persone diversamente abili. 

La replica dell'assessore Massimiliano Longo

L’assessore alla Cultura Massimiliano Longo replica. “Durante il lockdown ho organizzato un sopralluogo in Arengario insieme alle associazioni che avevano avanzato critiche sulla non accessibilità. All’incontro era presente anche una persona sulla sedia a rotelle portata dalle associazioni, e alcuni tecnici del Comune. La proposta di un montascale mobile con la presenza di un addetto è stata bocciata proprio dalla persona disabile. L’idea di un montascale mobile non lo rassicurava, e il doversi affidare a terzi per accedere all’Arengario era comunque un motivo di dover dipendere da altri”.

Longo in questi mesi ha lavorato alla creazione di un altro progetto per permettere a tutti di accedere all’Arengario. “Stiamo lavorando insieme alla Sopraintendenza. Abbiamo istituito un tavolo tecnico per la stesura di un progetto definitivo realizzato dalla Sopraintendenza e dal Comune, con il duplice obiettivo di tutelare la bellezza architettonica dell’Arengario, ma anche di renderlo accessibile a tutti. Il tema della disabilità mi sta molto a cuore”. Sulle tempistiche di presentazione del progetto però non ci sono ancora date. 

La battaglia della consigliera Francesca Pontani

A  portare in aula il problema delle barriere architettoniche in Arengario anche la consigliera Francesca Pontani (Italia Viva). Un anno fa, in occasione della mostra fotografica di Steve McCurry, aveva evidenziato la non accessibilità dell’allestimento alle persone con disabilità e aveva chiesto di scegliere altri spazi espositivi per garantire la fruizione dell’arte e del bello a tutti.
Un tema che la consigliera, peraltro architetto, ha più volte portato in aula nel corso del 2020. Ma non solo. Pontani ha portato il problema anche in Regione Lombardia attraverso la consigliera di Italia Viva Patriza Bassi: la sua battaglia ha portato all'approvazione di un nuovo regolamento sui patrocini, che nega il patrocinio del Pirellone a mostre non accessibili a tutti.
Il problema, grazie alla consigliera monzese,  è arrivato anche a Roma: la deputata di Italia Viva Lisa Noia ha presentato un'interpellanza al Ministero dei Beni Culturali.
Infine le associazioni riunite sotto il Centro Antidiscriminazioni Franco Bompezzi ha presentato nel corso degli ultimi due anni tre lettere di diffida al Comune, l'ultima datata 3 dicembre 2020 in cui invitano alla risoluzione definitiva del problema, e nel frattempo a individuare possibili soluzioni temporanee per garantire la fruzione delle mostre anche alle persone con disabilità. In caso contrario il problema verrà affrontato nell'aula del Tribunale. 

Nel frattempo il 24 febbraio riaprirà i battenti in Arengario la mostra di Hitchcock: 70 fotografie e contenuti speciali provenienti dagli archivi della Major americana a cura di Gianni Canova. La mostra rimarrà aperta fino al 31 marzo.
 

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