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Cronaca Bovisio-Masciago

Dopo la dottoressa, la farmacista: un'altra auto imbrattata con le feci in Brianza

A essere imbrattata non è stata soltanto la vettura di un medico di famiglia di Bovisio Masciago. Anche la farmacista sporgerà denuncia

Le maniglie imbrattate di feci tanto da non poter essere toccate e il parabrezza spalmato con lo stesso - disgustoso - materiale. Una scena triste e incivile che, purtroppo, martedì sera si è presentata identica sotto gli occhi di un medico di famiglia e di una farmacista, a Bovisio Masciago, in Brianza. Nella stessa serata, l'11 gennaio, le vetture di proprietà delle due professioniste sanitarie, parcheggiate lungo la stessa via a ridosso del centro medico di via Bertacciola e della farmacia comunale, sono state prese di mira da ignoti. Un blitz vandalico denunciato a MonzaToday prima dalla dottoressa Elisabetta Comelli, 62 anni, storico medico di famiglia operativa in città da 38 anni e ora anche dalla direttrice della farmacia comunale del comune. E proprio la farmacista sarebbe stata la prima a fare i conti con la brutta sorpresa martedì sera. E solo il giorno successivo avrebbe appreso di non essere stata l'unica destinataria di quell'atto probabilmente dimostrativo.

Le auto della farmacista e del medico vandalizzate

"Ho finito il turno alle 20.30 e dopo aver lasciato qualche consegna al collega del turno notturno sono uscita dalla farmacia e mi sono avviata verso la mia auto. La mia macchina era parcheggiata in fondo alla stessa strada in cui c'era anche quella della dottoressa Comelli ma la mia era molto più indietro, in un tratto poco illuminato. Quando stavo per aprire per salire a bordo mi sono accorta che la maniglia era imbrattata di feci così ho provato a spostarmi dall'altra parte e anche quella dell'altro sportello era stata vandalizzata" racconta la dottoressa che da sedici anni gestisce la farmacia comunale cittadina che per scelta preferisce non apparire con il proprio nome.

La prima a trovare la brutta sorpresa sarebbe dunque stata lei, uscita dalla farmacia circa mezz'ora prima che terminasse il proprio lavoro in ambulatorio la dottoressa Comelli. Nonostante le condizioni del mezzo, la farmacista è salita a bordo cercando di pulire il parabrezza con l'acqua dei tergicristalli e fermandosi al primo autolavaggio utile. "La mattina dopo ne ho parlato con le mie colleghe e i miei referenti: pensavo a uno scherzo di cattivo gusto magari di qualche ragazzino poi però ho saputo che era successa la stessa cosa anche al medico e allora credo che sia stato un gesto intenzionale di qualcuno che ha voluto colpire due rappresentanti delle professioni sanitarie".

Esce dallo studio medico e trova l'auto imbrattata di feci

"In trent'anni che faccio questo lavoro non mi è mai capitata una cosa simile e non ho avuto nessuna discussione o problema con qualche cliente che possa aver motivato in qualche modo questo deprecabile atto. La nostra farmacia rilascia green pass ma non effettua tamponi: certo, siamo subissati di chiamate e richieste in questo periodo che è veramente difficile ma ho sempre avuto un ottimo rapporto con i clienti. Penso che qualcuno abbia voluto colpire noi in quanto professioniste sanitarie perchè qui c'è sia il centro medico sia la farmacia e non credo non sia stato un atto mirato a me anche perchè mi ero addirittura assentata qualche giorno dalla farmacie ed ero rientrata in servizio proprio martedì". E in serata poi, a fine turno, la scoperta.

"Quando ho visto l'auto in quelle condizioni non ho fatto caso alle altre vetture oltre alla mia perchè ero impaurita e volevo andarmene da lì il prima possibile" ha aggiunto. E cambiare le abitudini, spostando la propria auto dal solito parcheggio non basterà a cancellare quella brutta sensazione di fronte a quel gesto. "Mi sono sentita avvilita perchè se qualcuno avesse voluto fare uno sgarbo avrebbe potuto graffiare la macchina, rompere un vetro. E invece è stato un blitz premeditato e organizzato che probabilmente voleva far arrivare un brutto messaggio". 

Della stessa idea anche il medico di famiglia. Sempre in prima linea, anche durante la pandemia e al fianco dei suoi pazienti da 38 anni, a fare più male alla dottoressa Comelli è stata la viltà del raid incivile: "Avrei preferito che se qualche mio paziente avesse avuto un messaggio per me - e quello che ho trovato sull'auto era chiaro - me lo avesse detto in faccia. Un gesto del genere fa male". Entrambe hanno annunciato la volontà di denunciare l'accaduto ai carabinieri e già nella giornata di mercoledì da più parti sono arrivate manifestazioni di solidarietà. E tra queste c'è stata anche quella del sindaco Giovanni Sartori che ha espresso una ferma condanna di fronte al gesto e manifestato la propria vicinanza alla dottoressa e ora anche alla farmacista. 

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