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Cronaca / Concorezzo

Rubano cellulare, soldi e bicicletta a un 19enne disabile: la rabbia del padre e l'appello alle istituzioni

Il padre chiede che il giovane venga accolto in una struttura protetta anche lontano dalla Brianza

Francesco è un ragazzo fragile. Ha 19 anni, vive a Concorezzo, è affetto da una patologia psichiatrica e già in passato era stato ricoverato in strutture dedicate. Da tempo il giovane è tornato a casa più tranquillo e sereno rispetto a prima. Fino a ieri, 14 febbraio, quando si è recato in bicicletta a Cologno Monzese. Lì, secondo quanto ha raccontato il padre Giuseppe alla nostra redazione, alcuni ragazzi  sfruttando la sua fragilità gli hanno portato via la bicicletta, il portafoglio con all’interno i documenti e qualche contante e il cellulare.

Giuseppe è andato subito in caserma per denunciare il fatto. Ma soprattutto per chiedere aiuto alle istituzioni. Suo figlio ha bisogno di cure e di un ricovero in strutture protette. In questo momento la famiglia sta attraversando un momento di difficoltà e non c’è la possibilità per papà Giuseppe di seguire anche le problematiche del figlio. “Purtroppo io non posso chiudere Francesco in casa - racconta -. Francesco è un ragazzo che esce autonomamente con la bicicletta o a piedi. Se non vuole stare in casa io e mia moglie, che prossimamente dovrà anche sottoporsi a un intervento chirurgico, non possiamo bloccarlo perchè; altrimenti, inizia anche ad agitarsi. Peraltro con noi vive anche mio suocero, invalido al 100%. Io, però, non posso vivere con la paura che qualcuno si possa approfittare di lui, come è successo ieri". 

Giuseppe chiede un aiuto al Cps di Vimercate dove Francesco è già in cura da molto tempo. “Dopo mille difficoltà e persino una denuncia sui giornali sono riuscito a far ricoverare mio figlio in una struttura non lontano da casa - prosegue -. Durante quel periodo ci sono stati miglioramenti, ma anche momenti di difficoltà perché Francesco non voleva sottostare alle regole della struttura e provava sempre ad allontanarsi”. Il giovane è stato poi dimesso, proseguendo il suo piano terapeutico a casa. “Ci sono stati miglioramenti, ma purtroppo non sono bastati. Francesco cerca sempre di allontanarsi da casa anche perché sul territorio ci sono mezzi e distrazioni che lo attirano, ma che al tempo stesso diventano rischiosi. Chiedo che mio figlio possa essere accolto in una struttura ad alta protezione, oppure in un centro lontano dalla Brianza, in un luogo dove venga davvero coinvolto in attività che lo possono aiutare e senza distrazioni che possano indurlo ad allontanarsi”.

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