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Cronaca / Limbiate

L'architetto, il radiologo, l'agricoltore: gli insospettabili fiancheggiatori di Messina Denaro, arresti anche in Brianza

Arrestato un dipendente comunale accusato di far parte della rete che ha aiutato il boss durante la sua latitanza

Nuovo colpo alla folta rete di complici e fiancheggiatori che per quasi trent'anni hanno aiutato il boss Matteo Messina Denaro, deceduto a settembre scorso, durante la sua latitanza. Il Ros dei carabinieri, coordinato dal procuratore aggiunto Paolo Guido, ha infatti arrestato altre tre persone, tra cui un radiologo e un architetto. Tra gli arrestati anche un dipendente comunale di Limbiate. 

I tre indagati, in fasi diverse e con un contributo distinto, avrebbero permesso al capomafia di Castelvetrano - catturato il 16 gennaio dell'anno scorso alla clinica La Maddalena dove si sottoponeva a cicli di chemioterapia - sia di curarsi, ma anche di acquistare alcuni mezzi per spostarsi. Il mafioso ha quindi utilizzato le loro identità e i loro documenti per poter vivere tranquillamente, come se non fosse l'uomo più ricercato d'Europa.

Gli arrestati sono Massimo Gentile, Leonardo Salvatore Gulotta e Cosimo Leone. Secondo la Procura, il primo avrebbe fatto parte a tutti gli effetti di Cosa nostra e avrebbe ceduto la sua identità a Messina Denaro per consentirgli di acquistare una macchina e una moto, stipulare le relative polizze assicurative, ma anche per fare alcune operazioni bancarie. Gentile è originario di Erice e dal 2019 è dipendente del Comune di Limbiate, dove si occupa dei procedimenti del servizio Lavori pubblici. 

Anche Leone farebbe parte a tutti gli effetti di Cosa nostra, anche se da insospettabile tecnico sanitario di Radiologia all'ospedale di Mazara del Vallo. Avrebbe aiutato il mafioso a curarsi - diventandone un punto di riferimento per le terapie - nella struttura in cui peraltro era stato ricoverato, da latitante, dopo la diagnosi del tumore che poi lo ha ucciso, otto mesi dopo la cattura. Leone avrebbe anche fornito un cellulare a Messina Denaro, durante un periodo di degenza dopo un intervento, che avrebbe a sua volta ricevuto da Andrea Bonafede, il geometra che nell'ultimo periodo aveva ceduto la sua identità al capomafia.

Infine Gulotta, addirittura dal 2007 e fino al 2017, avrebbe assicurato la disponibilità di un'utenza telefonica a Messina Denaro, che avrebbe consentito al boss di gestire i suoi vari mezzi di trasporto. Sono in corso delle perquisizioni tra Trapani e la Lombardia e il blitz è stato eseguito anche con l'ausilio dei Comandi provinciali dei carabinieri di Trapani, Milano e Monza Brianza.

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