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Tribunale di Busto Arsizio / Seveso

La procura non riapre le indagini sulla morte di Simone Mattarelli

La famiglia non si arrende e promette nuove prove

"Il pubblico ministero di Busto Arsizio non ha accolto la richiesta di riapertura delle indagini sulla morte di Simone Mattarelli" a dare la notizia è il legale della famiglia, Roberta Minotti. Il giovane aveva 28 anni ed è stato trovato impiccato in circostanze poco chiare, dopo un inseguimento con i carabinieri, in un'azienda di Origgio. 

Non ci sono tracce di sangue sul cappio

"Con la richiesta sono state messe in evidenza una serie di errori e anomalie nello svolgimento delle indagini condotte dai carabinieri, una serie di errori ed omissioni commessi dal medico legale nominato dal pubblico ministero (quale ad esempio l’omessa segnalazione di una emorragia addominale) e soprattutto l’assenza di tracce di sangue sulla cintura stretta al collo, nonostante Simone Mattarelli perdesse sangue da una mano e avesse il viso sporco di sangue, dato fattuale ed incontrovertibile che fa presupporre che la cintura non fu maneggiata dallo stesso Simone. Diversamente sulla cintura si sarebbero dovute trovare macchie di sangue" ha spiegato ancora il legale della famiglia. 

Il diniego della procura di Busto Arsizio

"Secondo il Pubblico Ministero, invece, l’assenza di tracce di sangue sulla cintura deve ritenersi una circostanza “neutra” dato che sulla cintura c’erano tracce biologiche solo di Simone Mattarelli - ha poi concluso, l'avvocato Minotti - I famigliari non si rassegnano e forniranno ulteriori prove fino a quando non otterranno giustizia per Simone".

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