Paolo, l'ingegnere di 50 anni morto risucchiato da un ventilatore
Ecco chi era la vittima del drammatico incidente sul lavoro avvenuto martedì 22 agosto
Cinquanta anni compiuti a marzo, una moglie, due figlie di 16 e 19 anni e un lavoro che faceva praticamente da sempre. Paolo Tamburini, ingegnere progettista di Novi Ligure, martedì è morto proprio facendo il suo lavoro. La sua vita si è interrotta nel primo pomeriggio all'interno della Acovent Srl di Senago alla porte della provincia di Monza e Brianza, nel mega capannone di via Camillo Benso Conte di Cavour in cui l'azienda meneghina produce ventilatori industriali.
Il 50enne - dipendente di una ditta esterna, la Prisma impianti della provincia di Alessandria - stava lavorando su un ventilatore di quattro metri per quattro. Pare fosse insieme a un collega per un collaudo, quando improvvisamente si è materializzato il dramma.
L'ingegnere progettista, laureato al Politecnico di Torino, non avrebbe avuto neanche il tempo di accorgersi della tragedia. In un attimo, stando alle prime ricostruzioni, è stato risucchiato dal gigantesco macchinario ed è morto sul colpo. I vigili del fuoco hanno dovuto lavorare a lungo e smontare il ventilatore per recuperare i resti del corpo. Per Paolo, che da quasi trenta anni lavorava per l'azienda dell'Alessandrino, non c'è stato nulla da fare.
Il ventilatore ora è stato posto sotto sequestro nelle indagini aperte dalla procura di Milano per omicidio colposo e coordinate dal pm di turno Cecilia Vassena. Investigatori della Locale e inquirenti ascolteranno nuovamente il titolare dell'impianto di Senago per capire cosa sia successo e cosa non abbia funzionato nella catena dei controlli