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Cronaca

Delitto della cava, i sommozzatori a Cernusco per cercare nell'acqua l'arma del delitto

Carabinieri e vigili del fuoco domenica mattina nella cava di Cernusco sul Naviglio dove è stata ritrovata senza vita Gabriella Fabbiano

Un delitto con ancora tanti, troppi, interrogativi da chiarire quello di Gabriella Fabbiano, la donna di 43 anni ritrovata lo scorso lunedì pomeriggio senza vita in una cava di via Adua a Cernusco sul Naviglio.

L'autopsia ha rivelato che Gabriella è stata uccisa con un colpo di pistola alla testa, che l'ha raggiunta proprio dietro l'orecchio destro ma si attendono ancora gli esiti degli accertamenti tossicologici che potrebbero aiutare gli inquirenti a ricostruire la dinamica dell'omicidio e rivelare se la vittima sia stata o meno narcotizzata prima di essere uccisa.

I sommozzatori cercano l'arma del delitto nella cava

All'appello manca anche l'arma del delitto e per escludere che chi abbia ucciso Gabriella e poi si sia disfatto del suo cadavere, occultando il corpo nella cava, non abbia gettato nell'acqua anche la pistola domenica mattina insieme ai carabinieri sul luogo del ritrovamento, a Cernusco, sono stati al lavoro anche i sommozzatori dei vigili del fuoco.

Al momento le indagini si stanno concentrando sulla rete di conoscenze e relazioni della donna e gli inquirenti stanno aascoltando diversi testimoni, vicini di casa e amici della 43enne. Mario Marcone, operatore ecologico di 42 anni di Pioltello, è stato iscritto nel registro degli indagati nell'ambito dell'inchiesta sull'omicidio ma l'uomo si difende e, in alcune interviste televisive, ha dichiarato di essere estraneo al delitto e di non aver mai avuto nessuna relazione con Gabriella che aveva frequentato amichevolmente solo in qualche occasione. 

GUARDA LE IMMAGINI: SOMMOZZATORI NELLA CAVA (B&V PHOTOGRAPHERS)

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