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"Care mamme ecco perché il vostro bambino si ammala sempre: è colpa vostra"

L'intervento di Nuccio Nasca, ex insegnante di educazione fisica e componente del gruppo Aria Pulita a Monza, bacchetta i genitori

“Bisogna cambiare stile di vita. Muoversi di più, usare di meno l’auto soprattutto per i tragitti più brevi. Far giocare i ragazzi e ‘proteggerli’ di meno”. A parlare è Nuccio Nasca, storico insegnante di educazione fisica ormai in pensione e componente del gruppo Aria Pulita di Monza che giovedì 11 gennaio, in occasione dell’incontro pubblico a San Rocco sul nuovo svincolo autostradale che incrementerà il passaggio di auto e lo smog, ha bacchettato i genitori. Genitori monzesi molto preoccupati perché la strada prevede anche la realizzazione di un tunnel aperto proprio vicino alle scuole, al campo da calcio dove si allenano i ragazzini della squadra di San Rocco e alla palestra.

“Tutto questo è molto pericoloso per i bambini - ha spiegato -. È arrivato il momento che gli adulti cambino rotta e stile di vita. Siamo iperprotettivi con i nostri figli: si muovono poco, trascorrono la maggior parte della giornata seduti a scuola dove vengono accompagnati in auto, fin quasi in classe. E poi per farli muovere li portiamo in palestra, ancora in un ambiente chiuso”. E intanto tossi, bronchiti, asma sono all’ordine del giorno.

“La preoccupazione per la salute monta solo quando arrivano progetti come quello sul grande svincolo autostradale accanto alle scuole - incalza Nasca -. Ma dobbiamo iniziare a muoverci prima. Pensate a quanto si muovono i vostri bimbi durante la giornata. La maggior parte degli spostamenti avviene la mattina: letto, bagno, cucina e poi in strada dove si sale in macchina anche solo per fare 400 metri di tragitto. Poi tutta la mattina in classe seduti, poi il ritorno a casa in auto e per muoversi si va in palestra, sempre accompagnati in macchina da mamma o papà”. Una strigliata ai genitori e la nostalgia per quei bambini che fino agli anno Ottanta sono cresciuti muovendosi: a scuola a piedi, in cortile o all’oratorio a correre e giocare, oltre allo sport in piscina e in palestra. E l’invito di Nasca è proprio quello di un ritorno a quello stile di vita. “Cresciamo bambini come in un allevamento di polli – aggiunge -. I bambini hanno bisogno di uscire, di crescere, di giocare, di correre, di socializzare. Ma poi quando provano a farlo c’è subito qualcuno che si lamenta perché giocano a pallacanestro nel giardino comunale e la palla fa rumore. Stiamo diventando una società di vecchi e di intolleranti, che cresciamo i nostri figli in città inquinate, dove naturalmente è più facile ammalarsi”. Ma lo storico insegnante di educazione fisica è fiducioso. “Possiamo cambiare rotta, e diventare più responsabili verso le nuove generazioni”. 

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