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Perché 350mila persone rischiano il lavoro in Lombardia

Ddl appalti verso l'approvazione. E i sindacati lanciano l'allarme

Una strada per la semplificazione o una mossa che mette a rischio il futuro di un milione di persone in tutta Italia? I sindacati lanciano l'allarme sul "Ddl appalti", il disegno di legge già approvato in Senato - e pronto ad approdare alla Camera - che vuole ridisegnare il "perimetro" dei bandi lavorativi. 

Stando a quanto sottolineato da Filcams Cgil, Fisascat, Uiltucs, Uiltrasporti lombardi in una nota congiunta, la nuova legge rischia di causare come effetto a cascata il licenziamento di 350mila lavoratori soltanto in Lombardia, tra dipendenti delle aziende che si occupano di pulizia, della ristorazione collettiva e della vigilanza. 

"Il testo del disegno di legge, pur contenendo anche norme positive da noi da tempo richieste, elimina l’obbligo di inserire nei bandi di gara degli appalti ad alta intensità di manodopera una clausola sociale che ha il fine di promuovere la stabilità e continuità occupazionale del personale impiegato, prevista dall’attuale articolo 50 del codice dei contratti pubblici, prevedendone la sola facoltà", hanno sottolineato le sigle. In sostanza, la clausola sociale non dovrebbe più essere presente per forza negli appalti, ma diventerebbe "a scelta". 

"L'applicazione di questa modifica ovvero l’eliminazione dell’obbligo della clausola sociale sarebbe un grave arretramento e, se confermata, avrà ricadute pesantissime per centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori che operano negli appalti di servizi ad alta intensità di manodopera. Lavoratrici e lavoratori 'deboli' - hanno rimarcato i sindacati -, occupati in comparti spesso essenziali: ospedali, strutture sociosanitarie, scuole, ministeri, uffici pubblici e di conseguenza anche per la collettività".

"Nella pratica - hanno chiarito - significherebbe che ad ogni cambio appalto questi lavoratori, per la maggioranza donne con contratti part time involontari e di poche ore settimanali, non avranno più neanche la garanzia di mantenere il loro posto di lavoro e il loro reddito, ma rischiano concretamente di essere lasciate a casa", con un turn over che potrebbe diventare esasperato a ogni nuova gara. "Non è ammissibile che con la 'giustificazione' della semplificazione, si depotenzino regole e si liberalizzi il 'comparto appalti' a danno delle lavoratrici e dei lavoratori. La nostra richiesta - hanno concluso i sindacati - è che alla Camera venga ripristinato l’esclusivo obbligo di inserimento di clausole sociali nei bandi di gara, con piena conferma di quanto previsto dall’attuale articolo 50". 

E gli stessi sindacati hanno già organizzato dei presidi davanti alle prefetture lombarde. L'appuntamento a Monza è per lunedì 11 aprile dalle 15 alle 17 davanti alla prefettura in via Prina.

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