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Accoglienza senza pregiudizi: Luca il giovane gay che ospita tre profughi

La storia dell'impiegato brianzolo. "Tanti amici gay vorrebbero ospitare ma temono atteggiamenti di omofobia. Io sto vivendo una bellissima esperienza"

La vita di Luca è cambiata: colazione e cena in compagnia, in tv anche i cartoni animati e poi l’allegria dei bambini che colorano e animano la sua casa. Una storia carica di emozioni quella del brianzolo, 30 anni, impiegato che da alcune settimane ha aperto le porte della sua casa e del suo cuore a una mamma che è scappata dall’Ucraina insieme ai suoi due bambini: uno che ha già iniziato a frequentare le scuole elementari in un comune della Brianza, e l’altro di appena 2 anni. Per lui non è stato semplice: un naturale gesto d'amore. "Sono gay - spiega -. Avrei voluto fin da subito dichiarami con la mamma e i bimbi. C'è una differenza culturale, ma alla fine è stato naturale". 

Luca, è innegabile, si è visto la vita completamente rivoluzionata. “È un sacrificio, ma che faccio volentieri. Nell’accoglienza, naturalmente, ci sono alcune difficoltà ma nulla è insormontabile – racconta -. La mattina, come sempre, mi alzo presto ed è un piacere preparare la colazione per tutti. La mamma mi dà una grande mano. Mi sembra strano: io non sono abituato a chiedere aiuto, ma a collaborare. Mentre lei, quasi per sdebitarsi, vorrebbe fare tutto da sola. La gioia più grande è vederli felici e sorridenti”.

Le difficoltà non sono tanto linguistiche. Con il traduttore si riesce a comunicare. “Loro non parlano inglese. Io parlo diverse lingue e per assonanza alcune parole riesco a capirle. I bambini stanno imparando già l’italiano. Inoltre c’è il preziosissimo aiuto delle interpreti che nei momenti più delicati come quando ho dovuto accompagnare la mamma e i bimbi in questura e in Ats si sono unite a noi”.

Per Luca aprire le porte della sua casa non è stato un problema. Con alle spalle già diverse esperienze di volontariato, quando l’avvocato Agostino D’Antuoni ha lanciato l’appello della ricerche di famiglie, ha risposto subito: aveva una stanza in più e l’ha messa a disposizione. “Piano piano ci stiamo conoscendo – prosegue -. Esistono soprattutto delle differenze culturali. Ma piano piano ci stiamo aprendo. Dopo un'iniziale titubanza gli ho raccontato anche della mia omosessualità. Alcuni amici gay vorrebbero ospitare ma temono possibili atteggiamenti di omofobia da parte degli ospiti: nel mio caso non è stato così”.

Quando i colleghi e gli amici gli dicono che ha fatto un gesto straordinario Luca si sente in imbarazzo: lui, in realtà, non pensa di essere un eroe ed è lui stesso che si stupisce della grande generosità che si è creata attorno alla sua esperienza di accoglienza. “Io ho semplicemente messo a disposizione la mia casa. Ho trovato un team di volontari straordinari tra cui Roberta dell’Armadio dei poveri e persone che, con estrema naturalezza, arrivano con un pacchettino di carne e me la regalano. Unn grazie particolare a Domenico e ancora all'avvocato D'Antuoni. È un grande arricchimento personale". 

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