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Domenica, 28 Aprile 2024
Il caso

Ilaria libera: i manifesti apparsi a Monza che chiedono la liberazione della Salis (ma non solo)

Anche il centro sociale Foa Boccaccio si schiera al fianco della maestra monzese che da un anno è detenuta nel carcere di Budapest

“Ilaria libera: free all antifas”. Questo il manifesto che i militanti del centro sociale Foa Boccaccio hanno realizzato e con il quale hanno tappezzato molti muri della città. Alla vigilia del processo  che si svolgerà lunedì 29 gennaio, anche il centro sociale si schiera al fianco della maestra monzese accusata di aver aggredito a Budapest due neonazisti durante una manifestazione pubblica nel febbraio del 2023. La donna da allora è reclusa nel carcere di Budapest dove ha denunciato condizioni di trattamento disumane.

Nei prossimi giorni i genitori di Ilaria Salis partiranno per la capitale ungherese dove il 31 gennaio incontreranno in carcere la figlia. Nel frattempo il papà Roberto si è già attivato riuscendo ad avere un colloquio anche con il ministro della Giustizia Carlo Nordio e facendo conoscere la vicenda della figlia all’opinione pubblica. La speranza è che la sua Ilaria possa essere riportata in Italia: “Sarò ottimista solo quando la vedrò varcare la porta di casa”, ha detto Roberto Salis a MonzaToday.

Ilaria Salis, ex studentessa del liceo classico Zucchi, 20 anni fa aveva partecipato alla nascita del centro sociale monzese per poi abbandonare l’avventura intrapresa da quel gruppo di giovani studenti e proseguire la sua battaglia di attivista antifascista. Adesso i militanti fanno sentire la loro vicinanza alla donna, anche attraverso i manifesti con i quali hanno tappezzato molte strade della città e con i quali chiedono, non solo la liberazione di Ilaria Salis, ma anche quella di tutti gli antifascisti.

“Il suo arresto rappresenta oggi il caso più eclatante di repressione del movimento antifascista in Europa, figlio di una strategia ben definita in cui polizie e governi, quello italiano in primis, hanno aumentato in questi anni la repressione nei confronti di chi sceglie di battersi in prima persona contro questo sistema –-si legge sulla pagina Facebook della Foa Boccaccio -.  In un'Europa in cui soffiano forti i venti di intolleranza e nazionalismo, un lungo elenco di indagini, teoremi accusatori e provvedimenti repressivi esemplari colpiscono comunità e soggettività antifasciste: siamo il nemico pubblico numero uno”.

I militanti del centro sociale monzese annunciano il loro impegno al fianco di Ilaria Salis, ma non solo. “Non possiamo quindi far finta di nulla: è compito nostro portare solidarietà a ogni militante antifa che in Italia e in Europa è detenutə o ricercatə, non lasciare indietro nessunə anche quando i riflettori dei media si spengono o, come spesso accade, danno voce alle accuse delle procure – si legge ancora sulla pagina social del centro sociale -.  Dobbiamo assumerci collettivamente la responsabilità di seguire la vicenda giudiziaria di Ilaria che si prevede lunga e piena di insidie, attivandoci in prima persona, ciascunə secondo le proprie attitudini: al piano politico occorre certamente affiancare il supporto concreto alle spese legali, trattandosi di un processo che ha spese altissime. Lottare perché Ilaria venga liberata subito è necessario tanto quanto opporsi all’estradizione di Gabriele, altro antifa coinvolto nell’indagine delle autorità ungheresi, oggi agli arresti domiciliari a Milano. Oltre all'impegno contro la repressione, oggi più che mai siamo chiamatə ad agire contro l’azione di gruppi neonazisti, sempre più legittimati da governi amici: non delegheremo la nostra autodifesa a istituzioni che non ci proteggono. L’antifascismo è una pratica quotidiana: difendiamo le nostre comunità dal fascismo”.

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