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Matteo, il brianzolo che spacca gli schermi trasformandoli in opere d'arte

La storia di Matteo Mandelli, artista digitale di Bernareggio

Le sue tele sono gli schermi di tv, cellulari, pc e Ipad. I suoi pennelli sono i trapani, i flessibili e le motoseghe. I colori non sono sulla tavolozza ma esplodono quando spacca lo schermo con i cristalli liquidi che si "scatenano" dando vita a opere d'arte. 

Un artista digitale: così possiamo definire Matteo Mandelli (in arte You), 35 anni, di Bernareggio che durante la pandemia ha scoperto la sua vera anima artistica. Una passione per il bello che aveva fin da bambino, ma che poi i fatti della vita lo hanno portato a mettere da parte. Una lunga e prestigiosa carriera nel mondo della ristorazione con Matteo che, insieme ai soci, ha gestito diversi locali (tra bar, ristoranti e discoteche) tra la Brianza monzese e quella lecchese. Poi quando il mondo si è fermato a causa del covid in Matteo è riemersa quell'antica passione per l'arte, questa volta però declinata a quel bello moderno e digitale al quale, nel frattempo, il brianzolo si era avvicinato. Così che è nato il suo amore per l'arte digitale. 

"È una forma di arte nuova - spiega Matteo Mandelli a MonzaToday -. Il punto di partenza resta comunque l'arte classica. L'arte digitale ad oggi è ancora una forma d'arte di nicchia". Un'arte che certamente a breve esploderà, proprio come quando Matteo si mette all'opera. Niente pennello in mano; mentre crea non c'è un romantico sottofondo musicale, ma il rumore assordante degli attrezzi che "spaccano" la tela. "Un po' come faceva Fontana - precisa -. A lui mi sono ispirato. Lui che tagliava le tele per raggiungere l'infinto. Io che con il flessibile o con il trapano taglio lo schermo per mettere comunque in collegamento quell'infinito che c'è nel digitale con il finito dell'essere umano".

Nulla è lasciato al caso: Matteo recupera schermi (“Credo molto anche in questa sfaccettatura 'ecologica' della mia arte”, precisa), e poi li incide scegliendo a seconda dello schermo l’arnese più adatto. Poi quando incontra i cristalli liquidi è un’esplosione di colori. “Ogni volta diversa - aggiunge -. E la stessa opera d’arte nel corso delle ore cambia, con i cristalli che si muovono e si espandono in modo del tutto casuale”.

Certo, nel corso di questi 3 anni di arte digitale non sono mancati piccoli “incidenti” come per esempio qualche scossa o esplosione. Ma dagli errori si impara e Matteo è diventato un fiume in piena, con una continua produzione che sta portando in Italia e anche nel mondo. Ieri, sabato 15 aprile, ha esposto a Milano al Game Stop di via Torino all’interno di una galleria d’arte digitale; domani 17 aprile all’Arco della Pace sempre a Milano con la proiezione di una sua opera in concomitanza dell’inizio del Salone del Mobile. 

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