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Paolo Nespoli racconta il dramma del tumore scoperto durante la pandemia

L'annuncio sui social dove ricorda che: "Bisogna avere coraggio e dare tutto se stessi si vuole puntare alle stelle"

L’astronauta brianzolo Paolo Nespoli annuncia di avere un tumore. Un post pubblicato questa mattina, 24 settembre, sulla sua pagina Facebook, con l’immagine di quella luce che si intravede nel buio dello spazio che lui conosce molto bene. Perché da quel tunnel privo di luce lui è certo di uscire. “L’ultimo anno e mezzo è stato duro per tutti - scrive l’astronauta di Verano Brianza, classe 1957 -. Il covid, il distanziamento sociale e la didattica a distanza ci hanno provato per benino. Nel migliore dei casi ci hanno costretti a cambiare le nostre abitudini, i nostri ritmi, le nostre priorità”.

Un tumore al sistema nervoso centrale

Ma nella vita dell’astronauta brianzolo è piombato un macigno: la diagnosi di un tumore che ha completamente rivoluzionato la sua vita e quella dei suoi cari. “Ho scoperto di avere un linfoma al sistema nervoso centrale - scrive -. Un linfoma che oggi, dopo mesi di cure, è sotto controllo”. Per Paolo Nespoli non è stato facile affrontare questo percorso ma, grazie alla preparazione anche mentale che già in passato ha seguito per affrontare le missioni nello spazio, si è  approcciato alla terapia con estrema dedizione e coraggio. “L’avaria sembra risolta - continua -.  Avremmo detto così nello spazio. Vedo la proverbiale luce fuori dal tunnel diventare sempre più grande”.

Tenacia e forza di volontà

Paolo Nespoli non si arrende: lui che, con il pragmatismo tipico dei brianzoli, è riuscito a conquistare lo spazio non si arrende di fronte al tumore. Quell’astronauta, orgoglio non solo della sua Verano, che ha portato alto il nome dell’Italia nel mondo e nell’Universo, adesso si racconta mostrando il suo lato più umano. “Non aggiungo altro - conclude nel post con il quale ha deciso di condividere con i suoi follower questo momento così delicato della sua vita privata -. Potrà sembrare banale ma la sento e l’ho sempre sentita mia. Un approccio alle cose, una filosofia che arriva direttamente da un modo di dire spaziale: bisogna avere coraggio e dare tutto se si vuole puntare alle stelle. Per aspera ad astra”. I suoi followers, dopo lo choc iniziale, gli hanno inviato messaggi carichi di speranza e di coraggio.

Seguito da un team di specialisti

Un coraggio che è emerso anche nell'intervista che Nespoli ha rilasciato al Corriere della Sera dove ha raccontato la sua malattia: la scoperta quasi un anno fa. Una forte stanchezza, gli esami di routine e poi la scoperta del tumore. A prendersi in carico l’astronauta brianzolo un team di specialisti: prima la chemioterapia, nel mezzo la riabilitazione per ricominciare a camminare, ad agosto l’autotrapianto di cellule staminali. Accanto a lui quattro medici: Alessandro Perin e Antonio Silvani del Besta di Milano, Giuliano Zebellin dell’Auxologico Capitanio e Andrés José María Ferreri del San Raffaele.

La prova dei 23 giorni in isolamento 

Non sono mancati momenti di difficoltà, soprattutto quei 23 giorni in isolamento al San Raffaele dopo l’autotrapianto di cellule staminali. Tanti i pensieri che in questi lunghi mesi lo hanno accompagnato, ripercorrendo una vita carica di emozioni e di soddisfazioni che lo hanno portato fino nello spazio. E il guardare al cielo e alle stelle, sempre in alto, sempre fuori dal buio dell'orbita, hanno aiutato l'astronauta brianzolo ad affrontare la malattia. 

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