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Zaki verrà scarcerato: anche la Brianza si era mobilitata per lo studente arrestato in Egitto

Settimana scorsa era stato organizzato anche un presidio sotto l'Arengario

Il giudice ha deciso. Patrick Zaki sarà scarcerato anche se non è stato assolto dalle accuse. Come riporta Today lo studente egiziano dell’università di Bologna, sotto accusa per diffusione di false informazioni attraverso articoli giornalistici, è detenuto in carcere ormai da 22 mesi. A riferirlo alcuni avvocati al termine della terza udienza del processo a suo carico a Mansura, parlando a un gruppo di cronisti tra cui il corrispondente dell'Ansa. Non si sa al momento quando lo studente sarà scarcerato, se già oggi stesso oppure nei prossimi giorni. 

Una dei suoi legali aveva preannunciato che questa udienza sarebbe servita al suo pool di avvocati per presentare una memoria difensiva preparata sulla base dell'accesso agli atti ottenuto con la precedente seduta, quella del 28 settembre. Al giudice monocratico di una Corte della Sicurezza dello Stato per i reati minori della città natale di Patrick, oltre ad eventualmente replicare a quella memoria, la decisione anche se aggiornare ancora l'udienza ovvero pronunciare una sentenza di condanna o assoluzione inappellabile.

La legale di Patrick Zaki, Hoda Nasrallah, aveva chiesto l'acquisizione di altri atti per dimostrare sia una presunta illegalità durante l'arresto del 7 febbraio 2020 e sia la correttezza dell'articolo sui copti alla base del processo. L'udienza, una volta terminato l'intervento della legale, era stata sospesa dopo appena 4 minuti.

Settimana scorsa, alla vigilia dell'udienza, anche la Brianza si era mobilitata. Il presidio era stato organizzato da Brianza Oltre L’Arcobaleno in collaborazione con il Gruppo Giovani di Monza di Amnesty International e la Rete Brianza Pride, in collaborazione con l'Unione degli studenti di Monza, Associazione Libera contro le mafie Monza e Brianza, Anpi, Cgil, Emergency Monza e Brianza, Collettivo Giulio Regeni, Comitato Monza Possibile, Fridays For Future Monza, Rete Brianza Accogliente Solidale (Rete BAS).

Zaki dalla gabbia degli imputati: "Grazie Italia"

L'udienza si tiene a Mansura, la città natale di Zaki sul delta del Nilo. Dopo aver trascorso quasi tutto il periodo detentivo in custodia cautelare nella prigione di Tora al Cairo, nei giorni scorsi Zaki è stato trasferito nel carcere di Mansura. A differenza delle precedenti udienze, il trasferimento dalla prigione di Tora a quella di Mansura è avvenuto due giorni prima dell'udienza, mentre in precedenza Zaki era stato trasferito soltanto poche ore prima.

Due diplomatici italiani sono presenti nell'ala nuova del vecchio Palazzo di Giustizia di Mansura per monitorare l’udienza. Con loro sono entrati anche diplomatici di Usa, Spagna e Canada che partecipano al monitoraggio su richiesta dell'Ambasciata d'Italia, un avvocato della Delegazione dell'Unione Europea e un legale di fiducia della rappresentanza diplomatica italiana al Cairo.

Poco prima dell’udienza, uno dei diplomatici italiani ha avuto modo di parlare brevemente con Zaki, per rappresentargli la vicinanza delle istituzioni italiane. Il giovane, dalla gabbia degli imputati, ha ringraziato per quello che l’Italia e l'Ambasciata stanno facendo per lui. 

Zaki è in carcere ormai da quasi due anni, 668 giorni esatti. Il 7 febbraio 2020 lo studente fu arrestato dopo aver rimesso piede in Egitto per una vacanza per propaganda sovversiva attraverso dieci post su Facebook. Zaki è stato poi rinviato a giudizio per "diffusione di notizie false dentro e fuori il Paese" sulla base di tre articoli, tra cui uno del 2019 sui cristiani in Egitto perseguitati dall'Isis e discriminati da frange della società musulmana.

L'Italia si mobilita ancora per Patrick Zaki 

Un amico di Zaki, Mohamed Hazem Abbas, membro della Campagna della Libertà per Patrick, domenica ha rivelato che il giovane studente egiziano sarebbe stato "aggredito e brutalmente picchiato dalla polizia" e che le sue "condizioni fisiche e mentali peggiorano ogni giorno di più". 

Nei giorni scorsi in tutta Italia ci sono state mobilitazioni per Patrick Zaki e oggi, giorno della terza udienza, gli attivisti manifestano in circa 50 città italiane, con un evento a Roma alle 17.30 a piazza della Bocca della Verità. "Quella del 7 dicembre potrebbe essere l’udienza decisiva per Patrick, giacché altri processi come il suo sono arrivati o stanno volgendo alla fine", ha dichiarato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. "La speranza è che un giudice riconosca, dopo quasi due anni, l'infondatezza dell’accusa di diffusione di notizie false. Il timore è che la magistratura egiziana non rinneghi sé stessa ed emetta una condanna: se ciò accadesse, sarebbe uno sviluppo terribile, anche perché nei confronti delle sentenze dei tribunali d’emergenza non è previsto appello". 

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