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Il progetto / San Rocco / Viale Guglielmo Marconi

Giardini pensili e una tecnologia per la prima volta in Italia: come si trasforma il depuratore di Monza

In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua Brianzacque ha presentato il progetto per l’adeguamento del grande depuratore di San Rocco

Sotto il terreno sei vasche coperte e un impianto basato su una tecnologia nuova portata per la prima volta in Italia, a Monza. E sopra un’opera che integra innovazione, acqua e ambiente con spazi verdi e specchi di oro blu che oltre a migliorare la qualità delle acque in uscita dall’impianto diventerà un luogo della città. E forse uno dei suoi simboli. Per presentare il grande progetto di adeguamento del depuratore di San Rocco, del valore di 35 milioni di euro, Brianzacque ha scelto la Giornata Mondiale dell’Acqua.

Un intervento di grande portata che si pone come obiettivo l’adeguamento dell’impianto alle nuove normative sulla qualità delle acque che è stato illustrato venerdì mattina nei dettagli dal presidente della monoutility idrica di Monza e Brianza, Enrico Boerci, insieme al presidente del Consiglio Regionale della Lombardia, Federico Romani, al sindaco di Monza, Paolo Pilotto, al presidente della provincia di Monza e Brianza, Luca Santambrogio e al professor Giulio Senes del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali, Università degli Studi di Milano e all’ingegner Pedrazzi alla presenza di diversi consiglieri regionali della Brianza tra cui Alessandro Corbetta, Fabrizio Figini, Gigi Ponti e Martina Sassoli.

Alla base del progetto la necessità di allinearsi alla nuova Direttiva Europea sul trattamento delle acque reflue in termini di riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di CO2 e di rientrare nei limiti delle indicazioni di ARERA e di ARPA Lombardia rispetto alla qualità delle acque in uscita che trovano nel fiume Lambro il recapito finale.

Un depuratore che non sembrerà più un impianto

Il progetto prevede la costruzione di un nuovo comparto di ossidazione biologica, ipogeo, adiacente al depuratore esistente e ad esso collegato, nell’area dismessa dell’ex Trattamento Rifiuti Speciali (TRS). Sarà composto da sei vasche interrate, coperte e sigillate in modo ermetico così da evitare la dispersione di rumori e di miasmi. Le fonti odorigene verranno captate e convogliate in una struttura di trattamento e per il funzionamento della nuova sezione biologica, sarà utilizzata una tecnologia innovativa con biomasse aerobiche granulari (AGS). Questa tecnologia a basso impatto ambientale, è già stata sperimentata con successo per dieci mesi sull’attuale impianto di San Rocco e sarà impiegata per la prima volta in Italia, su un depuratore in scala reale. Un metodo già consolidato in Europa capace oltre che di migliorare la qualità delle acque in uscita, di ridurne i volumi, di abbassare i consumi di energia, di mantenere l’attuale produzione di biogas e di eliminare l’uso di reattivi chimici per la rimozione del fosforo. La nuova sezione occuperà un’area di 3.840 mq, poco meno del 7 % rispetto a quella su cui si estende oggi il depuratore mentre, i volumi di acqua trattata, saranno pari al 30%.

Rendering depuratore San Rocco-2

In superficie, sopra le vasche nascoste del depuratore, è prevista la creazione di una grande area verde con giardini pensili e percorsi per renderli visitabili. Attraverso necessarie movimentazioni del terreno, il progetto ingegneristico genererà una nuova orografia dove natura e architettura si integrano dando luogo ad un paesaggio inedito, capace di accogliere e di stupire. Una vera e propria metamorfosi per questi spazi che consentiranno il recupero e la rigenerazione urbana dell’ex area industriale, di proprietà di BrianzAcque e dismessa ormai da anni. Nascerà uno spazio ein plain air con funzioni anche didattiche, caratterizzata da una ricca vegetazione con la presenza di alberi, arbusti e piante erbacee appartenenti ad un’ampia gamma di specie, un torrione verde, una serra da utilizzare come punto d’accoglienza per scuole e studenti in visita guidata al depuratore. Ad un giardino di tipo formale in prossimità della serra, farà da contraltare uno spazio con geometrie più morbide e naturaliformi nella parte verso il bocciodromo. Il progetto verrà sviluppato in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università degli Studi di Milano (DiSAA). 

"Un intervento destinato a lasciare il segno nei prossimi decenni per la bellezza, per la sostenibilità del territorio in termini di benefici per l’ambiente che si tradurranno innanzi tutto in una miglior qualità delle acque restituite al fiume Lambro” ha detto il presidente Enrico Boerci. "Sarà una opera pubblica unica ed eccezionale con un cambio di paradigma rispetto al concept dei depuratori tradizionali”. Della stessa idea anche il progettista, il professor Giulio Senes: “Si tratta del primo progetto in Italia di questo tipo e non è una sfida semplice. Brianzacque è stata una delle prime aziende di servizio idrico integrato del territorio che ha creduto nel binomio verde e acqua e ha messo sul tavolo investimenti e idee” ha spiegato il docente del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali, Università degli Studi di Milano (DiSAA).

“Siamo abituati a vedere interventi di “mascheramento” dei depuratori tramite filari di alberi sempreverdi, mentre in questo caso il progetto innovativo di SEAM Engineering e Quattro associati riporta il paesaggio al centro del progetto. L’adeguamento del depuratore San Rocco sarà l’occasione per ridisegnare il territorio tramite un grande intervento di rigenerazione urbana e riqualificazione paesaggistica. Un esempio di integrazione di gray e green infrastructure, di utilizzo delle soluzioni basate sulla natura per rispondere alle esigenze della collettività”.

ll progetto e il centro sportivo

La rigenerazione dell’area di intervento troverà continuità e completamento lungo una porzione di territorio confinante con il centro polisportivo comunale Chiolo Pioltelli di via Rosmini dove è in corso il rifacimento degli impianti finanziato per 2,8 milioni di euro dal PNRR che, nell’arco di due anni, gli conferirà un nuovo aspetto. BrianzAcque e il Comune di Monza attraverso i suoi assessorati hanno aperto un confronto per valutare e definire le soluzioni di inclusione sociale più consone e realizzare uno spazio di verde fruibile, nelle immediate vicinanze del velodromo e del bocciodromo.

Quando sarà pronto il nuovo depuratore

Costerà 35 milioni di euro e sarà pronto nel 2028. Terminato lo studio di fattibilità, il progetto infatti è ora nella fase di redazione definitiva, il cui completamento, comprensivo di tutti i permessi autorizzativi, è atteso per il primo semestre 2025. Successivamente, verrà bandita la gara e quindi dare inizio ai lavori.

“Parlare di acqua oggi significa parlare delle sfide del domani nell’ottica dell’innovazione, dello sviluppo economico dei nostri territori e, soprattutto, della sostenibilità. Un investimento complessivo di 35 milioni di euro per migliorare la qualità del processo depurativo grazie a una tecnologia innovativa che troverà a Monza una delle prime applicazioni in Italia. Ciò grazie a una vision che si può riassumere in due parole: innovazione e territorio. Cioè, la capacità di pensare e portare avanti progetti che guardano al futuro mettendo sempre al centro la propria comunità” ha detto il presidente del Consiglio regionale Federico Romani.

San Rocco - proposta verde

La storia del depuratore

Situato nel quartiere San Rocco di Monza e realizzato nel 1966 sulla sponda sinistra del fiume Lambro su un’area di 12 ettari, il depuratore riceve e depura gli scarichi fognari di 26 comuni della Provincia di Monza e Brianza e di numerosi insediamenti produttivi, collocandosi tra i più grandi impianti della Lombardia e d’Italia. Ha una potenzialità di 600 mila abitanti equivalenti (AE) e depura annualmente circa 56 mln di metri cubi collettati da una rete fognaria che si estende per 2954 chilometri di condotte. Produce circa 7 mila tonnellate di fanghi essiccati. È un impianto a ciclo continuo, in funzione 24 ore su 24, 365 giorni l’anno. È dotato di strumentazioni tecnologiche di controllo che, in tempo reale, monitorano il processo produttivo e le emissioni odorigene. Di tipo “biologico a fanghi attivi” è stato tra i primi depuratori a completare la filiera di trattamento dei fanghi con un impianto di essicamento termico che ne consente il successivo riutilizzo come combustibile secondario in forni di cementeria.

Una volta concluso il trattamento, le acque depurate vengono recapitate nel fiume Lambro. Tra il 2015 e il 2017 il depuratore ha subito un duplice intervento di riqualificazione che in una prima fase, ha riguardato la copertura delle due grandi vasche di sedimentazione primaria mitigando le fastidiose esalazioni che interessavano l’abitato di san Rocco e, in una seconda, la ristrutturazione della sezione di ossidazione con l’applicazione del sistema di aerazione intermittente. E adesso un futuro ancora tutto da scrivere in cui l'impianto si trasformerà ancora e tramite tecnologia e ambiente dialogherà con il territorio e sarà al servizio dei cittadini.

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