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Roman, il bambino brianzolo che da 4 anni è sotto le bombe e non riesce a tornare a casa

L'appello dei nonni e del papà: "Ieri sono stati lanciati missili a pochi km da dove vive il bambino"

"Io ho fiducia nelle istituzioni. L'Italia è un grande Paese e se ci si impegna sarà possibile riportare, anche momentaneamente, Roman a casa. Il nostro nipotino ha 5 anni e vive sotto le bombe. Ieri un missile è stato lanciato proprio a un km da dove vive. La mamma si ostina a tenerlo in questa condizione e non ha intenzione di metterarlo al sicuro, affermando che lì va tutto bene". A parlare è Marcello Bonato, il nonno di Roman. Il bambino, che ha 5 anni, quattro anni fa è stato portato dalla mamma di origine russa in Donbass. Roman vive a Donetsk, capitale dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk. Purtroppo si sono intensificati gli scontri armati tra esercito ucraino e forze filorusse e il piccolo è in pericolo. La mamma, però, parrebbe non avere alcuna intenzione di metterlo in salvo. 

Marcello Bonato per molti anni ha vissuto con la moglie e il figlio Simone, il papà di Roman, in Brianza a Renate. Poi recentemente il trasferimento a Comacchio, mentre il papà del piccolo vive e lavora a Caprino Veronese. Ma la Brianza resta nel cuore del papà e dei nonni di Roman che chiedono aiuto alle istituzioni affinchè il piccolo, in questa fase di emergenza, possa essere messo in salvo in Italia. 

"Non siamo qui a discutere le scelte e le posizione di mia nuora - spiega -. Ma in questo momento non è ammissibile che il nostro nipotino continui a rischiare la vita. Da quattro anni vive in una situazione di guerra che nelle ultime settimane si è però intensificata". Il papà e i nonni di Roman sono molto preoccupati. Papà Simone riesce ad avere notizie aggiornate della situazione grazie ai contatti che nel corso degli anni aveva stretto durante i suoi viaggi a Donetsk, quando andava a trovare il suo Roman. Ma le notizie delle ultime ore fanno temere il peggio. I combattimenti sono diventati sempre più cruenti e sempre più vicini a dove il piccino vive con la madre.

"Ieri ci hanno inviato il video di un attacco missilistico a pochissimi km da dove vive il nostro nipotino. L'esplosione ha causato 30 morti e un numero imprecisato di feriti. Il nostro dolore è vivo: non siamo neanche in grado di immaginare cosa stia passando nostro nipote, che altri non è che un piccolo cittadino italiano, intrappolato in una situazione assai difficile da risolvere", aggiunge il nonno.

Nel frattempo la famiglia ha già mobilitato le istituzioni. Il console italiano che attualmente si trova a Leopoli conosce bene la storia del piccolo Roman. "In questa situazione non riusciamo neppure ad aiutarlo economicamente. Ci riferiscono che dove vive lui hanno non ci sono elettricità e riscaldamento. Inizia a scarseggiare il cibo". 

I nonni e il papà sono disperati e chiedono un intervento immediato delle istituzioni per riportare a casa in Italia il prima possibile l'unico bambino italiano in Donbass.Un intervento rapido prima che sia troppo tardi.

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