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Sanità ed eccellenze

Al San Gerardo studi e cure al top per la grave malattia respiratoria (che lascia poche aspettative di vita)

Si tratta di farmaci e di studi per la fibrosi polmonare idiopatica che, dal momento della diagnosi, lascia tra i 3 e i 5 anni di aspettativa di vita

La fibrosi polmonare idiopatica è una della patologie respiratorie più gravi e con esiti infausti. Con un’aspettativa di vita che, dal momento della diagnosi, oscilla tra i 3 e i 5 anni di vita molto simile a quella del tumore ai polmoni. Ma oggi per i pazienti che si rivolgono alla Fondazione Irccs San Gerardo dei Tintori ci sono notizie rassicuranti con studi importanti su un gruppo di malati con l’obiettivo di individuare terapie che, malgrado non possano guarire la malattia, riescono comunque a migliorare e stabilizzare i valori di funzionalità ventilatoria e diffusione del monossido di carbonio dei pazienti.

Recentemente è stato inoltre descritto un gruppo eterogeneo di fibrosi polmonari, diverse dalla fibrosi polmonare idiopatica, definite come fibrosi polmonari progressive che presentano una prognosi del tutto simile alla forma idiopatica. “La struttura complessa di Pneumologia della Fondazione Irccs San Gerardo diretta dal professor Fabrizio Luppi -sottolinea il direttore generale Silvano Casazza - costituisce un centro di riferimento nazionale per lo studio delle fibrosi polmonari sia idiopatica sia progressive”.

Nel centro,  diretto dal professor  Luppi e coadiuvato dalla dai dottori Alice Biffi, Luca Geroli e Almerico Marruchella , sono seguiti circa 700 pazienti affetti da questo ampio gruppo di malattie, di cui oltre 150 sono rappresentate da casi di fibrosi polmonare idiopatica”. “Sono attualmente disponibili due farmaci approvati dall’European Medicine Agency (l’Ente regolatorio europeo) e dall’Agenzia Italiana del Farmaco, il pirfenidone ed il nintedanib, entrambi prescrivibili presso la nostra struttura - precisa il professor Luppi - che riducono di circa la metà il declino della funzione ventilatoria nel corso di un anno e migliorano la prognosi e la qualità della vita in questi pazienti”.

Poiché tali farmaci frenano il peggioramento della funzione ventilatoria di tali pazienti, è attualmente disponibile un elevato numero di trial clinici (sia di fase 2 che 3) volti a studiare nuove molecole con il potenziale obiettivo di stabilizzare la progressione o addirittura di migliorare i valori spirometrici sia nelle forme idiopatiche sia nelle altre forme progressive. Nel corso di quest’anno saranno progressivamente attivati presso la Struttura Complessa della Pneumologia monzese otto studi clinici con “Principal Investigator” il professor  Fabrizio Luppi, direttore della Scuola di specializzazione in Malattie dell’Apparato respiratorio dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. “Lo scopo è migliorare l’efficacia rispetto ai farmaci già disponibili, con l’obiettivo di dimostrare anche un miglioramento della sopravvivenza nei pazienti affetti da queste malattie respiratorie, che si caratterizzano per una prognosi infausta”, conclude Luppi.

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