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Violenza sulle donne

Ambra e Cristina, da Monza al palco di Sanremo con Chiara Ferragni contro la violenza

Sul palco dell'Ariston a testimoniare la battaglia che la rete di centri antiviolenza Dire porta avanti ogni giorno al fianco delle donne e contro ogni forma di maltrattamento martedì sera c'erano anche una giovane operatrice e una psicologa del Cadom di Monza

Antonella, Anna, Cristina e Ambra. Sono i nomi e i volti delle donne che insieme a Chiara Ferragni sono apparse sulla copertina di Vanity Fair e poi accanto a lei sul palco della prima puntata di Sanremo. Storie e donne diverse, unite per aiutare altre donne. Contro ogni forma di maltrattamento. E per dare voce e coraggio a chi la violenza l'ha vissuta sulla propria pelle, a Sanremo, Chiara Ferragni ha voluto anche Antonella Veltri, presidente di D.i.Re, donne in rete contro la violenza.

Sul palco dell'Ariston calcato da Chiara Ferragni con un abito bianco su cui erano provocatoriamente dipinte frasi di odio degli haters, nel tempio della musica, c'era anche un piccolo pezzo di Monza. Anzi due. Ambra, giovane operatrice del Cadom e Cristina, professionista che da anni è al fianco delle donne che si rivolgono al centro antiviolenza monzese per supportarle in un percorso di sostegno psicologico. E nel tempio della canzone italiana, per la prima volta, qualcuno ha fatto risuonare anche una musica diversa per impedire che la battaglia che ogni giorno tante donne combattono resti soffocata nel silenzio. Madri, mogli e figlie - piccoli accordi di uno spartito più grande - come in una grande orchestra hanno dato forma a un messaggio che è risuonato in tutte le case d'Italia. Perchè non succeda più. Perché nessuna resti senza voce. E senza aiuto.

"Sono orgogliosa di dedicare questa cover di Vanity Fair Italia alle operatrici di D.I.Re., donne in rete contro la violenza, l’associazione con cui vogliamo aiutare concretamente le donne vittime di violenza da parte degli uomini" ha commentato a Vanity Fair Chiara Ferragni, conduttrice dell'edizione 2023 del Festival della Canzone Italiana. "Con Antonella, Anna, Cristina e Ambra dedichiamo questo momento al supporto tra donne. Il supporto chiesto ma soprattutto quello spontaneo che arriva quando credi di non averne bisogno. Non dimenticate che insieme siamo più forti".

"In Italia, oggi più che mai, c’è bisogno di parlare e di fare qualcosa di concreto contro la violenza maschile sulle donne. Per questo ho scelto di supportare D.i.Re un’associazione italiana che gestisce oltre 100 centri antiviolenza e più di 60 case rifugio in tutta Italia, potete farlo anche voi andando sul loro sito e donando" aveva spiegato la Ferragni, annunciando settimane fa la sua scelta di devolvere l'intero cachet della conduzione di due serate del festival di Sanremo in beneficenza, proprio alla rete Dire contro la violenza sulle donne. E tra i centri coinvolti appunto c'è anche Monza.

Ambra ha 24 anni e da quattro mette il suo tempo e la sua dolcezza a disposizione delle donne monzesi e brianzole che chiedono aiuto per uscire dal percorso della violenza. "Il tema mi è sempre stato molto a cuore, l'ho sempre trovato radicato nella nostra società, così visibile e così ignorato che sentivo il bisogno di mettermi in gioco in prima persona per fare qualcosa" racconta a MonzaToday. "Aiutare le donne a trovare sé stesse, a prendere in mano la propria libertà è uno spettacolo senza eguali. Si tratta di percorsi difficili, pieni di ostacoli, spesso non lineari, ma quando si arriva alla fine si può finalmente lasciare alla spalle una vita diversa, che lascia consapevolezze nuove e la possibilità di ricominciare in modo inedito e rinnovato".

Un percorso che, se condiviso e sostenuto da professioniste, diventa un sentiero verso la libertà. "Ogni donna, durante il percorso, ritrova se stessa, a volte si trova per la prima volta. Diviene libera nei pensieri e nelle scelte. Dal buio della violenza, ritrova la luce e i colori della vita. Donne nuove, consapevoli del proprio passato ma proiettate verso futuro" aggiunge Cristina, psicologa monzese. 

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I numeri della battaglia contro la violenza a Monza

"Nel 2022 siamo state contattate da 235 donne e di queste 161 ci contattavano per la prima volta" spiega Cristina Rubagotti, vicepresidente del Cadom che insieme a Marilena Arena guida l'associazione. "Sono state accolte 144 donne, 70 donne hanno iniziato il percorso di uscita dalla violenza e 74 hanno proseguito un percorso iniziato in anni precedenti . Nel corso del 2022 hanno ricevuto sostegno psicologico 17 donne per complessive 71 ore di consulenza inoltre sono stati avviati 3 percorsi psicoterapici per un complesso di 37 ore". Tra gli strumenti di supporto che il Cadom offre alle donne che chiedono aiuto c'è anche consulenza legale.

"Nel corso del 2021 hanno ricevuto sostegno legale 21 donne per complessive 26 ore di consulenza, 4 donne hanno avuto consulenze legali e psicologiche". A rivolgersi al centro antiviolenza monzese sono soprattutto donne che provengono dagli ambiti di Monza, Carate Brianza e Vimercate e 8 su 10 circa sono italiane, nel 58% dei casi hanno un’età compresa tra i 40 e i 60 anni. "Le donne portano un carico di 226 figli di cui 143 minori che subiscono violenza assistita nel 48,25% dei casi, nel 6,14% violenza diretta e nel 9,65 % dei casi entrambe".

"Ad agire violenza è il partner nel 63,89% dei casi, l’ex partner nel 24,31% o un parente nel 76,25%". La violenza di cui sono vittime le donne che chiedono aiuto è soprattutto psicologica (88,89%), seguita da violenza fisica (56,94%), economica (41,67%) mentre la violenza sessuale e lo stalking riguardano percentuali minori (rispettivamente il 13,19% e il 15,28%). Quasi sette donne su dieci subiscono violenza da più di 5 anni. Solo tre donne su 10 che si rivolgono al Cadom denunciano la violenza.

La speranza, rompendo il silenzio sul tema, è quella di aiutare una donna in più. Ogni giorno. E di trasformare il silenzio della sofferenza nella musica, nuova, di una rinascita. 

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