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Scienza / Desio

La brianzola che non riconosce i volti al centro di uno studio scientifico internazionale

Lo studio pubblicato su una prestigiosa rivista scientifica internazionale

Una malattia strana, e fortunatamente rara. Una malattia che impedisce a chi ne è affetto di riconoscere i volti delle persone conosciute. Proprio come succede a una donna che vive nella provincia di Monza che, inspiegabilmente, non "ricorda" i volti delle persone a lei care. Una sorta di cecità facciale che impedisce a chi ne è affetto di ricordare la faccia del marito, dell'amica, del figlio.

La storia di questa donna è stata al centro di uno studio condotto dal servizio di Neuropsicologia dell’ospedale di Desio, afferente alla struttura di Neurologia diretta da Ignazio Santilli.  Uno studio che adesso è stato pubblicato anche sulla rivista scientifica "Neurocase" (una tra le più autorevoli al mondo in campo medico) e dove gli specialisti affrontano il caso della paziente brianzola in cui si era instaurato un deficit neuropsicologico a causa del quale la donna non “ricordava” i volti delle persone conosciute.

Questo disturbo identificato, appunto, come prosopamnesia, viene distinto da un altro deficit, anch’esso inerente alla percezione dei volti, che consiste in una difficoltà di “percezione-riconoscimento” denominata “prosopagnosia”, conosciuta anche come “cecità facciale”.  Oliver Sacks, neurologo e scrittore britannico, docente di neurologia e psichiatria alla New York University School of Medicine e alla Columbia University, scomparso nel 2015, descrivendo un caso particolarmente grave di questo disturbo, raccontava di un paziente che, letteralmente, scambiava sua moglie per un cappello.

“L'identificazione di tali disturbi, frutto di una specifica valutazione neuropsicologica - spiega Maria Pia Grassi , che coordina l’attività neuropsicologica di Desio - è estremamente importante in quanto permette di formulare una diagnosi cognitiva corretta, consentendo da una parte di sottoporre il paziente ad un iter diagnostico neurologico mirato, e dall’altra di poter riconoscere un disturbo organico che altrimenti, come spesso accade per i disturbi in ambito neuropsicologico, potrebbe rischiare di essere ritenuto esclusivamente di natura psicologica”.

Ma la signora brianzola non sarebbe l'unica a soffrire di questa patologia. Sono affetti dallo stesso disturbo anche l'attore l’attore Brad Pitt che in una intervista rilasciata qualche giorno fa ha dichiarato “non riconosco più i volti delle persone, ma nessuno mi crede”.  Stesso problema lo aveva raccontato anche la giornalista Enrica Bonaccorti. 
 
“Spesso infatti - aggiunge la specialista - i disturbi neuropsicologici, la cui identificazione richiede anche per i casi più semplici una competenza e una esperienza professionale consolidata poiché si avvale di strumenti sofisticati e percorsi di indagine complessi, vengono fraintesi con disturbi solo di natura emotiva/psicologica. E questo non solo per casi molto rari come quello da noi pubblicato (il nostro è il terzo segnalato in letteratura), ma anche per quelli più frequenti come la prosopagnosia".

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