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La vicenda

Consiglio comunale sul centro d'accoglienza: il prefetto e il privato disertano

Grande attesa per il consiglio comunale di ieri sera, ma gli ospiti invitati e attesi non si sono presentati

Consiglio comunale sul centro profughi di via Monte Oliveto: non si presentano il prefetto né il privato che gestisce la struttura. Un’assenza – quella all’assise convocata lunedì 26 febbraio - che il sindaco Paolo Pilotto ha spiegato leggendo la lettera che il prefetto Patrizia Palmisani ha inviato al primo cittadino nel quale viene ripercorsa la “storia” dell'apertura del centro accoglienza a Monza “dove c’è sempre stata una collaborazione tra prefettura ed enti e che quindi non ritiene opportuna la sua presenza”. Ad oggi, da quanto riferisce il sindaco, sono circa 20-25 i migranti accolti in via Monte Oliveto: uomini, non di prima immigrazione, ma che provengono da altri centri di accoglienza e che hanno già avviato la partecipazione a percorsi di formazione professionale e di lingua.

Piffer: "Un teatrino dove già sappiamo tutto"

Un’assenza – quella del prefetto e del privato che gestisce il centro di accoglienza - che non è piaciuta alla minoranza con il consigliere Paolo Piffer (Civicamente) che ha definito il consiglio comunale di lunedì sera come un “allestimento teatrale, dove ci siamo detti e ci diciamo quello che già sappiamo. Che voi come amministrazione non potete fare nulla e che come noi siete preoccupati. Lei sindaco dovrebbe prendersi la responsabilità di quello che sta succedendo. Io vorrei un incontro pubblico su questi argomenti”.

Il problema iniziato un anno fa

Una storia che, come ha ricordato il sindaco Paolo Pilotto, è iniziata quasi un anno fa – marzo 2023 – quando ha cominciato ad emergere a Monza e Brianza (ma non solo) il problema dell’emergenza migranti che, in alcuni comuni italiani, ha visto la creazione di tendopoli che Monza e Brianza hanno sempre tentato di sventare. A giugno poi è scoppiata l’emergenza e anche la ricerca di spazi sul territorio. Con la proposta di utilizzare le case Aler e popolari del territorio; idea che, però, è stato bocciata dalla Regione Lombardia. Poi a settembre è arrivato il bando della prefettura al quale ha risposto la cooperativa che poi a gennaio 2024 si è aggiudicata il bando e che ad ottobre 2023 aveva presentato la documentazione agli uffici tecnici del comune di Monza per la trasformazione della ex sede della Cgil (e poi scuola)  in un centro di accoglienza per migranti.

L'impegno costante del sindaco col prefetto

Il sindaco ha più volte ribadito la preoccupazione che fin da subito aveva avuto e presentato al prefetto. “Ancor prima della presentazione della mozione del nostro consiglio comunale - ha ricordato Paolo Pilotto -. Un conto è accogliere la proposta di un centro d’accoglienza fino a 100 ospiti, una cosa è applicarla fino in fondo". Al centro c'è anche un problema di sicurezza, che non riguarda solo la sicurezza in via Monte Oliveto “ma su un’area ben più ampia che comprende anche la zona della stazione, via XX Settembre dove è già presente un centro di accoglienza che accoglie in media una sessantina di persone,  via Solferino dove c’è il Sert fino a via Monte Oliveto e per la quale abbiamo chiesto un intervento con maggiori controlli", ha aggiunto il primo cittadino.

Guffanti: "I migranti ucraini sono stati trattati diversamente"

La maggioranza ha fatto quadrato attorno al lavoro svolto dal sindaco e dalla giunta chiedendo di non strumentalizzare la vicenda e ribadendo la preoccupazione e l’attenzione riferita dal sindaco in tema di sicurezza dei cittadini, e un’accoglienza dignitosa anche per i migranti. Sulla vicenda migranti Ilaria Guffanti (Pilotto Sindaco Monza Attiva e Solidale) ha puntato l’attenzione "sulle differenze di trattamento dei migranti. Grande attenzione per i migranti ucraini per i quali è stato attuato la possibilità di rinnovo del permesso di soggiorno di anno in anno, mentre per gli altri sarà molto più lungo.Questa si chiama categorizzazione sociale”.

Imperatori: "Non è colpa del sindaco"

"Importante ripetere le cose in modo preciso, su un tema che approccia un problema mondiale - ha aggiunto Angelo Imperitore (Pd) -. Questa è una  tragedia che coinvolge tutta l’Europa, con 157mila sbarchi l’anno scorso. Stiamo parlando di persone con la loro storia e sofferenza. A Monza ci sono 250 migranti, di cui 60 in carico all’amministrazione comunale. Il governo copre una parte dei costi, il resto sono a carico del comune. Gli altri sono accolti in un centro di accoglienza di via XX Settembre gestito da una cooperativa, e in micro centri di accoglienza con cooperative del terzo settore. Chi decide quanti migranti Monza deve accogliere? Non è il sindaco e non è la giunta; ma il Governo e l’attuazione delle scelte politiche affidate alla prefettura”. Imperatori ha ricordato che quello di via Monte Oliveto  “non è il modello di accoglienza diffusa che noi avevamo chiesto”. 

Arbizzoni: "Critiche per l'assenza del prefetto"

Le critiche nei confronti della prefettura arrivano anche da Fratelli d’Italia. “In questo consiglio comunale manca sicuramente un protagonista: il prefetto o i suoi dirigenti – ha chiosato Andrea Arbizzoni -. Legittima scelta, così come legittimo è criticare questa posizione. Non hanno mandato neppure un delegato. Manca la Cooperativa Intesa Sociale e qualcuno dice nella lettera inviata al sindaco che 'non è interessante che ci sia il privato in un consiglio comunale dedicato proprio al tema del centro di accoglienza'. Un’occasione persa per tutti: per sapere da vicino, per fare domande, per sapere  come stanno le cose".

Allevi: "Il gestore ha fatto un investimento e deve rientrare dei costi"

Anche l’ex sindaco Dario Allevi (Noi con Dario Allevi sindaco) ha criticato l’assenza del prefetto. “Torneremo a casa senza novità di rilievo - ha aggiunto -. Dispiace non sapere dal prefetto come intende organizzarsi sul fronte della sicurezza. Il privato ha fatto un investimento e ha costi di gestione da coprire e sa quanto deve incassare. Se ci fermiamo a 70 persone accolte, a 30 euro al giorno per persona, sono 1.700 euro al giorno, 51mila euro al mese, 615mila euro all’anno. Soldi. Noi sappiamo che dietro a queste politiche di immigrazione c’è un business spaventoso”. Allevi non ha parole tenui verso il prefetto. “Il prefetto nella lettera ha scritto che non ritiene che la presenza del privato possa aggiungere informazioni ulteriori a quanto richiesto. Questa è una mancanza di rispetto verso il consiglio comunale”.

Longo: "Se succede qualcosa sarà colpa del sindaco"

Da Forza Italia invece le accuse vanno direttamente al sindaco. “ Adesso incolpate la Regione Lombardia, ma voi prima che cosa avete fatto, avete trovato delle alternative? - ha dichiarato Massimiliano Longo -. Noi delle promesse ci fidiamo poco. Se succederà qualcosa in quella zona riterremo responsabile dell'accaduto il sindaco. È lei che ha ricevuto delle garanzie e avrebbe potuto impedirlo. Ma se tanto non si poteva fare nulla, perché abbiamo firmato la mozione?”.

Villa: "La colpa della giunta è aver taciuto il problema"

Anche la Lega critica la gestione della vicenda. “Io accuso il comune di non aver fatto tutto il possibile per gestire meglio l’esito di una vicenda il cui finale era noto fin dall'inizio  - ha dichiarato Simone Villa -. Poi c'è chi cerca di indorare la pillola dicendoci che non si arriverà alle estreme conseguenze e che ci sarà un inserimento graduale e c’è chi fa catechismo spicciolo dei cattivi monzeso e brianzoli che non riescono ad imparare l’accoglienza. Mettere 100 persone lì è da folli. La critica va all’amministrazione di aver taciuto in tempi utili, avremmo potuto far altro”.

Sassoli: "Il problema c'è, adesso va gestito"

“In tema migrazione negli ultimi 5 anni abbiamo almeno 3 normative diverse – ha dichiarato la consigliera Martina Sassoli (Gruppo Misto),  che anche in consiglio regionale aveva presentato un documento proprio su questo argomento -. Negli ultimi 20 anni forse tutti abbiamo sbagliato, Europa compresa. I cittadini si aspettano una risposta". Sassoli ha poi precisato la diffferenza tra i profughi ucraini (bambini e donne, mentre gli uomini sono rimasti in Patria a combattere) e i profughi (per la maggior parte uomini) accolti nei centri di accoglienza, Monza compresa. "Monte Oliveto c’è e ce lo teniamo, ma è importante sapere come gestirlo - ha aggiunto  -. Il caso di via Asiago è stato una bomba a orologeria: quando sono state tolte le famiglie lasciando solo uomini è esploso il caso. Adesso c'è anche il problema del mix razziale: prima c'erano solo persone del Nord Africa, ora anche migranti dall'area Sud Sahariana. Un mix di culture, religioni, esperienze, background. Persone che saranno avviate al lavoro: ma quando, qual è l’orizzonte che possiamo garantire? Ci sarà il turn over? Non sappiamo lo stato di permanenza media nei centri di accoglienza: ma non abbiamo informazioni".

Galbiati: "Il problema è la dignità di chi vive in quel centro"

"Il problema di via Monte Oliveto è che in 450 mq non si possono mettere 100 persone, è inumano. Ma anche 50 o 60  - ha ribadito Stefano Galbiati (Noi con Dario Allevi sindaco) -. Qui è un ripetersi di via Asiago. Io ho sentito solo una persona preoccuparsi veramente per questo aspetto del problema, ed è stato l'assessore Egidio Riva. Se avessimo affrontato il problerma qualche mese prima insieme, forse qualcosa in più avremmo ottenuto e se l'assessore non si fosse scagliato in modo così netto forse neppure avreste firmato la mozione". Una posizione ribadita anche dal consigliere Sergio Visconti (PIlotto Sindaco Monza Attiva e Solidale) sollecitando a continuare a monitorare, soprattutto se il numero delle persone dovesse aumentare. "Sono preoccupato che possano vivere una vita normale lì dentro. Più che della sicurezza esterna. Ma essendo una realtà privata abbiamo le mani legate", ha detto.

Intanto il terzo settore è sceso in campo

Il sindaco ha chiuso l'assise ricordando che "Abbiamo il compito di continuare a interrogarci su quello che accadrà. Da qui a poco chiederemo al prefetto gli strumenti operativi per capire i servizi di cui godranno gli ospiti e quindi capire come mettersi accanto come comune, terzo settore e volontariato. Abbiamo già ricevuto da alcune associazioni proposte per fare attività per la lingua, oppure la convivenza per leggere un libro o parlare". 

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