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Centro sociale / San Rocco / Via Val D'Ossola

"Caro centro sociale, non sei la spina nel fianco delle autorità, ma di chi ti ha come vicino di casa"

La lettera che un residente di via Timavo ha inviato a MonzaToday all'indomani della nuova occupazione

“Quando ho saputo che avevano occupato uno stabile privato in via Val D’Ossola il primo pensiero è andato ai residenti. A chi, come me e come altri amici e conoscenti di via Timavo, per oltre 2 anni ha subito la convivenza forzata con gli occupanti del centro sociale. La Foa Boccaccio nelle dichiarazioni ufficiali afferma di essere con questa nuova occupazione una spina nel fianco delle autorità. La verità è che sono la spina nel fianco dei residenti che vi hanno come vicini: persone che si alzano presto per andare al lavoro e che vedono la loro tranquillità minata dai vostri atteggiamenti spesso arroganti”. Inizia così la lunga lettera che un residente di via Timavo ha inviato alla redazione di MonzaToday. Una lettera indirizzata ai residenti di via Val D’Ossola, a poche ore dalla nuova occupazione fatta dai militanti del centro sociale dopo lo sgombero da via Timavo lo scorso agosto.

“Sono ancora vivi i ricordi delle notti insonni, del degrado e dell' impossibile convivenza con gente che ignora le più elementari norme di comportamento civile - prosegue -. Alla fine in via Timavo ci sono voluti 2 anni, il maltempo e l'amianto per far sì che lo sgombero diventasse realtà; spero che in via Val D'Ossola l'iter sia più semplice e veloce”. Il monzese nella sua lettera ripercorre due anni di telefonate alle forze dell’ordine in occasione delle feste (soprattutto durante il fine settimana), o degli eventi che richiamavano tante persone con i problemi, non solo di schiamazzi, ma anche di parcheggio selvaggio e il giorno dopo di rifiuti abbandonati. Le email inviate alle istituzioni, l’incontro con il questore e il contatto diretto con l’assessore alla Sicurezza Amobrogio Moccia che è andato di persona a casa di un residente durante un evento organizzato dal centro sociale per verificare i disagi denunciati.

“Ovviamente più persone segnalano meglio è - prosegue -. Inoltre tra vicini ci siamo coordinati, abbiamo creato un gruppo WhatsApp in cui condividere idee, segnalazioni, consigli. Ma soprattutto non ci siamo mai rassegnati anche quando le nostre richieste sembravano cadere nel vuoto e alle email non seguivano risposte”. Intanto domani sera, sabato 23 settembre, dalle 18 l’inaugurazione della nuova area occupata con un aperitivo a sostegno delle campagne di liberazione di prigionieri politici palestinesi, seguito alle 20.30 dalle presentazione del progetto West Climbing Bank & Tracciato Palestina insieme all’autrice Elena Mistrello. Un evento che proseguirà con musica fino alle 23.30.

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