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La triste storia di Melalampo, il cane che non ha mai ricevuto una carezza e cerca famiglia in Brianza

Il 2024 per Cuor di Pelo inizia con un recupero di un bassotto ceduto dalla sua famiglia all'associazione di Concorezzo

Difficile (se non impossibile) immaginare una vita senza attenzioni. Senza mai ricevere una carezza, una coccola, senza mai essersi addormentato sul divano. Eppure questa è stata proabilmente la vita di Melalampo, il grande bassotto dal pelo duro recuperato all’inizio di questo 2024 dall’associazione Cuor di Pelo di Concorezzo.

Il presidente Sandro Nigro è riuscito a creare empatia con quel bel bassotto di 12 kg. Due occhi speciali che parlano da soli; due occhi che trasmettono tanta tenerezza, ma anche la consapevolezza di trovarsi di fronte a un cane che nella sua vita non ha mai ricevuto coccole e attenzioni . La sua famiglia  pochi giorni fa ha deciso di cederlo e Sandro con il vicepresidente Rodolfo Colombo si sono precipitati per accogliere quel bassotto che tra poche settimane verrà messo in adozione (per aggiornamenti consultare la pagina Internet di Cuor di Pelo. 

La storia di Melalampo non è (per fortuna) una storia di violenza o di maltrattamenti, ma più che altro una storia di indifferenza. “Non posso dire che è un cane maltrattato o tenuto male, assolutamente - precisa Sandro Nigro -. Tuttavia temo non gli siano state date le giuste attenzioni che merita né abbia vani visto una coccola, un divano.  Nella politica di tanti il cane deve fare il cane e sono d’accordo anch’io, ma non degnargli mai uno sguardo, una carezza, un posticino sul divano e allora a quel punto non mi trovo più in linea con quella politica”.

E probabilmente Melalampo fino a pochi giorni fa “ha fatto il cane”. Inizialmente è rimasto spiazzato anche lo stesso Nigro. Lui abituato a creare immediatamente un contatto empatico anche con i bassotti più difficili, è rimasto basito quando quel bel bassottone di 12 kg gli ha ringhiato. Ma è bastato poco per fargli capire che di lui non avrebbe dovuto aver paura. “Mi sono accucciato al suo fianco e pian piano sono riuscito a conquistarmi la sua fiducia, riuscendo persino a prenderlo in braccio – prosegue -. Gli ho fatto un po’ di complimenti e lui mi ha guardato con aria stupita, come se nessuno lo avesse mai preso in braccio e gli avesse detto quanto fosse bello. Di fronte a certe cessioni resto inerme anch’io: mi blocco.  Rimango comunque gentile e sorrido mentre il basso passa da quelle mani che non lo ameranno mai più alle mie.  La gentilezza è la miglior arma di difesa”.

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