rotate-mobile
La storia

Il mistero della mummia nascosta nel Duomo di Monza raccontato dalla signora di Monza

Un volto dal ghigno terrificante ricorda le imprese valorose del capitano di ventura divenuto signore di Monza. Il racconto di Ghi Meregalli

Da ben sei secoli, nel chiostro del Duomo di Monza, esiste una nicchia, coperta da una porta di legno s conosciuta ancora a molti, dove all'interno e in posizione verticale riposa una mummia con stampato in volto un singolare ghigno. Che invero, risulta particolarmente terrificante allo sguardo.

Per la cronaca, si tratta di un uomo vissuto 600 anni fa, un valoroso condottiero la cui storia si intreccia con quella della Monza medievale e cui la città, conservandone il corpo, ne omaggia la memoria. Nello specifico, la mummia conservata in Duomo è quella di Estore Visconti, il solo uomo che l'antica Modeotia e le sue terre ebbero come signore e colui per il quale Monza ebbe, per la prima e unica volta, una sua moneta.

A raccontare la storia del valoroso condottiero è la "signora" di Monza Ghi Meregalli, ideatrice del celebre corteo storico del giugno monzese e impegnata da sempre nello studio e nella divulgazione delle vicende e delle tradizioni legate alla città di Teodolinda: "Quando ero piccola insieme agli altri bambini andavo a giocare in piazza del Duomo. E ricordo che quella mummia nel chiostro mi faceva una gran paura. Estore governò il borgo di Modoetia, per più di un quinquennio, e nel maggio del 1412 si fece riconoscere anche duca di Milano - ha spiegato - Diversamente dagli altri Visconti, che erano visti perlopiù come crudeli e sinistri personaggi pronti a tradimenti e vendette atroci, Estore a Monza fu amatissimo. Valoroso e deciso, era infatti noto per serbare sempre una certa lealtà e un relativo rispetto per i suoi nemici. Era uno degli innumerevoli figli illegittimi di Bernabò, avuto da Beltramola de' Grassi, rampolla dei signori di Cantù. Era l’8 agosto 1407 quando il cavaliere Ottobon Terzi e i suoi uomini lo liberavano dalla terribile prigione dei Forni del castello di Monza (dove poi è sorto il palazzo della Rinascente ndr), dov’era detenuto ingiustamente per ordine del crudele duchino Giovanni Maria, figlio di Gian Galeazzo e duca di Milano, fin dal 1405. Da quel momento cominciava la parabola vittoriosa di quello che veniva definito 'il.magnifico, ardimentoso e impavido cavaliere Estore, acclamato dalla fazione ghibellina a capo della città fino al 1415".

Monza e la sua moneta

"Tra i migliori capitani di ventura del suo tempo, le sue gesta e quelle delle sue milizie erano note e temute in tutta l’Italia centro - settentrionale (famosissima l’espugnazione del castello di Trezzo del 1385, nel tentativo di recuperare l’eredità usurpata con l’assassinio del padre per mano di Gian Galeazzo, ottenuta con l’imprevedibile scalata delle alte rupi sull’Adda) così come il suo coraggio e l’abilità nel maneggiare le armi" ha spiegato ancora Meregalli. "Grazie a lui, e all'autonomia politica che era riuscito a ottenere dalla vicina e potente Milano, Monza ebbe un grande slancio nelle attività artigianali e mercantili. E la rinascita fu tale che Estore decide anche di fare battere moneta a Monza in una zecca locale. Si trattava del grosso visconteo, una moneta d'argento che sul recto riportava il biscione visconteo e il monogramma in gotico del signore di Monza, e sul verso l'effige di Sant'Ambrogio. La signoria di Estore Visconti, insomma, ha rappresentato per la città un vero e proprio periodo d'oro".

La morte di Estore

Dopo la proclamazione a Monza, il coraggioso condottiero aveva però voluto puntare più in alto, ovvero a quella Milano alla cui signoria si sentiva legittimato. "Ci aveva provato nel maggio 1408, ma la mancanza di denaro per pagare le truppe lo aveva però costretto a desistere dall’impresa. Ci era invece riuscito nel 1412, alla morte di Giovanni Maria, rimanendo tale fino al giugno dello stesso anno. Sconfitto però da Filippo Maria, fratello di Giovanni Maria, era tornato a rifugiarsi a Monza insieme alla sorella Valentina, dove l'8 agosto era però assediato dal condottiero Carmagnola. Qui, nel cortile del castello, mentre era intento ad abbeverare il suo cavallo, una pietra scagliata da una catapulta degli assedianti gli fratturava il collo del piede sinistro provocandone la morte dopo tre giorni".

"Finiva così la breve avventura di Estore Visconti, anche se la firma in fondo alla storia la poneva la coraggiosa sorella Valentina, che seguitava generosamente a difendere la fortezza monzese per più di due mesi. Era lei a trattare personalmente la resa con il nuovo comandante ducale Carmagnola, ottenendo la riabilitazione dei suoi parenti e la celebrazione a spese del duca dei funerali di Estore con gran sfoggio di cavalli, bandiere e 'servi vestiti a bruno'”.

Lo stocco e la mummia nel Duomo

Nel museo del Duomo è conservata oggi la spada del Visconti, meglio conosciuta come stocco, da cui è poi derivato il termine stoccata. "La sua particolarità sta nella lama a doppio taglio, lunga e sottile così da riuscire a trapassare le armature di ferro. L’elsa porta al centro una placchetta cesellata in oro e il pomo terminale è decorato con gli stemmi viscontei alternati, in altre parole la croce e il biscione. La treccina che riveste l’impugnatura rappresenta l’ordine cavalleresco della Treccia, istituito da Alberto d’Austria fra il 1365 e il 1395, cui Estore apparteneva".

Il corpo di Estore riposa invece nel chiostro, che un tempo fungeva da cimitero. "Dopo la morte, il suo corpo era infatti stato deposto in un avallo di pietra vicino al fiume Lambro prima di essere seppellito nel sottosuolo del Duomo - ha concluso Meregalli - Il totale dissanguamento, e le acque limacciose del Lambro, hanno probabilmente contribuito secondo gli studi più recenti alla mummificazione quasi perfetta della salma"

Una mummia che ancora oggi ricorda ai monzesi la straordinaria vicenda dell’ardimentoso capitano di ventura. Che vale la pena scoprire, facendo una capatina alla nicchia e sfidando la paura nel trovarsi di fronte a quel volto con ghigno inquietante. 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il mistero della mummia nascosta nel Duomo di Monza raccontato dalla signora di Monza

MonzaToday è in caricamento