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Martedì, 30 Aprile 2024
Centro sociale / Centro Storico / Piazza Trento e Trieste

"Il Boccaccio non si tocca": la protesta e il corteo in centro

La manifestazione davanti al comune di Monza, poi il corteo fino ai giardinetti del Nei

Sono arrivati in piazza Trento e Trieste proprio davanti al Municipio. Lì poco dopo le 18.30 di mercoledì 27 settembre hanno esposto il loro striscione: "Non abbiamo più spazio da perdere. Il Boccaccio non si tocca". Lo striscione che da anni accompagna le manifestazioni e i cortei del centro sociale monzese. Dopo l'assemblea pubblica si sono mossi in corteo per le vie del centro storico accendendo i fumogeni. Poi il finale ai giardinetti del Nei dove anche in passato i militanti avevano organizzato diversi eventi. Una cinquantina, come riferisce la questura, gli antagonisti che al termine dell'assemblea pubblica in piazza Trento e Trieste, scortati dalle forze dell'ordine. hanno raggiunto i giardinetti di via Enrico da Monza. 

Intorno alle 19 erano circa un'ottantina (sempre secondo i dati ufficiali) le persone (soprattutto giovani e giovanissimi) che hanno risposto all'appello lanciato nella giornata di martedì 26 settembre dai militanti del centro sociale subito dopo lo sgombero lampo effettuato dagli agenti della questura di Monza. Giovedì 21 settembre avevano occupato lo stabile di via Val D'Ossola ,dopo che l'1 agosto erano stati sgomberati dallo spazio di via Timavo che era stato occupato due anni prima. Uno sgombero lampo per lo stesso motivo di quello di oltre un mese fa: pericolo amianto.

Centro sociale protesta-2

Una piazza, quella del municipio, che nel tardo pomeriggio di mercoledì era presidiata dalle forze dell'ordine in divisa e in borghese. Poi i partecipanti si sono riuniti e seduti per terra e chi in piedi hanno ascoltato i vari interventi. Militanti che hanno denunciato la mancanza di spazi a Monza, di libertà dei giovani di riunirsi e di bere una birra seduti sul marciapiede (vietato dal regolamento urbano), con attacchi alle passate amministrazioni e anche a quella attuale di centrosinistra. Un'assemblea convocata per confrontarsi sull'attuale situazione che sta vivendo la Foa Boccaccio, sulle difficoltà e ostacoli che vengono posti - secondo i militanti - dall'attuale amministrazione e sulla necessità di una riflessione sul futuro e sulle prossime azioni da intraprendere in città. Un momento tutto loro di incontro e di confronto lontano - proprio su loro richiesta - dalle domande dei giornalisti e dagli incontri con i politici. 

Assemblea Foa Boccaccio

“È stato possibile appurare ancora una volta lo strumentale utilizzo della scusa del cosiddetto "ammaloramento" degli edifici e della presenza di amianto per procedere allo sgombero, assistendo quindi a una sorta di replica di quanto avvenuto in via Timavo 12 – avevano dichiarato ieri -.  Questo ritornello suona ormai ridicolo: in vent'anni di storia abbiamo sempre dimostrato la capacità politica e organizzativa necessaria a trasformare spazi dismessi in luoghi sicuri e, allo stesso tempo, pulsanti di attività, mettendo in campo competenze ed energie per prenderci cura degli spazi occupati: via Val d'Ossola è stato solo l'ultimo esempio di questo percorso, con i primi giorni di occupazione che hanno visto decine di monzesi sporcarsi le mani per innescare il processo di autorecupero”.

Corteo Foa 1-2

La Foa Boccaccio non ha parole tenere nei confronti delle istituzioni nei confronti delle istituzioni; la questura, il sindaco Paolo Pilotto e l'assessore alla Sicurezza Ambrogio Moccia. “Tutto si consuma nel silenzio assordante di una giunta comunale completamente scollegata dalle esigenze del tessuto sociale cittadino, in primis della sua componente giovanile, continuamente repressa e controllata attraverso le politiche iper-securitarie adottate sul territorio – prosegue la nota ufficiale diramata dal centro sociale -. Una giunta comunale incapace di esprimere un pensiero sugli sgomberi avvenuti in questi mesi e che nasconde le proprie responsabilità dietro una delega ‘tecnica’ alla questura”.

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