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Emergenza Ucraina: la macchina organizzativa all'interno della questura di Monza

Lavoro no stop per l'ufficio Immigrazione che, oltre alle pratiche ordinarie, deve gestire anche questa attività

Dall'inizio di marzo è un via vai senza sosta. Ogni giorno sono decine le persone che si rivolgono agli uffici della questura di Monza. Famiglie del capoluogo e della Brianza che hanno deciso di accogliere chi è scappato dalla guerra. Donne, bambini, adolescenti e anziani che arrivano in città attraverso i pullman della solidarietà e le associazioni, ma anche con il passaparola di chi qui a Monza e circondario ha connazionali pronti ad accoglierli.

Le lamentele delle famiglie

Una grande macchina organizzativa quella messa in piedi dall'ufficio Immigrazione della questura monzese che, oltre a gestire il lavoro ordinario della richiesta dei permessi di soggiorno, adesso deve gestire anche questa emergenza che non rallenta. Una macchina, come ci hanno segnalato alcuni lettori che stanno ospitando, che alcune volte impone una burocrazia e tempi incomprensibili a chi, dall'oggi al domani, ha deciso di aprire le porte della propria casa a chi scappa dalle bombe. Nel frattempo le famiglie hanno creato rete anche grazie agli stessi ospiti che, giunti magari con lo stesso pullman o mezzo di fortuna, hanno amici o connazionali in altre province. Negli ultimi giorni alla redazione di MonzaToday sono giunte numerose segnalazioni di famiglie che lamentano alla questura di Monza appuntamenti per il rilascio del permesso di soggiorno alla fine di luglio, richiesta di passaporti o documenti di identità con traduzione e autenticazione giurata che presso altre questure non verrebbero invece richiesti. Spese che, ad oggi, sono a carico della famiglia che ospita.

Il personale dedicato

Dall'inizio dell'emergenza l'ufficio Immigrazione della questura di Monza è sotto stress. Un ufficio dove lavorano 18 dipendenti, ai quali si sono aggiunti 8 impiegati civili con contratto interinale e 3 mediatori. "C'è un grande sforzo da parte di tutti i dipendenti - fanno sapere dalla questura di Monza -. È stato organizzato anche un servizio ad hoc proprio per l'emergenza dei profughi ucraini. Ogni giorno vengono accolte oltre 25 pratiche di persone che arrivano da quel Paese. Oltre al lavoro ordinario dell'ufficio".  Una macchina organizzativa che è stata messa in piedi fin dai primi arrivi in città. Era l'8 marzo quando a Monza è arrivato il primo pullman con oltre una ventina di profughi. Mamme e nonni con minori (alcuni anche seriamente malati) che l'avvocato Agostino D'Antuoni era riuscito a mettere in salvo e portare in città. Un flusso che non si è mai fermato. Oltre 190 i profughi giunti a Monza attraverso l'avvocato D'Antuoni, ma molti altri quelli giunti in provincia attraverso percorsi diversi. Per un totale di circa 3.500 profughi giunti a Monza e Brianza dall'inizio dell'emergenza, come riferiscono dalla questura. 

Chi li accoglie in questura

A Monza ad accoglierli, in un'area della questura riservata esclusivamente a loro, un professionista esperto dell'Agenzia europea del diritto di asilo. Oltre all'interprete. "Il primo step è la consegna dei documenti - spiegano -. Elenco dei documenti richiesti è disponibile anche all'ingresso dello spazio di accoglienza dedicato ai profughi ucraini. Poi è il personale dipendente della questura a visionare il materiale raccolto". Sulla richiesta di documenti tradotti e giurati dalla questura di Monza spiegano che "è una prassi abbracciata soprattutto a tutela dei minori. Sono tanti i minori arrivati. Non tutti con i documenti, non tutti accompagnati dalla mamma o dal papà. Alcune volte da soli, oppure insieme a adulti che si qualificano come parenti stretti. In questa fase per la massima tutela dei diritti dei minori vengono effettuati ulteriori controlli. È lo stesso Consolato ucraino che ha chiesto di alzare l'attenzione proprio su questo tema". 

Massima attenzione ai minori

Non è facile per chi accoglie con il cuore e nessun interesse comprendere la macchina organizzativa e burocratica, le ulteriori richieste di documenti proprio per tutelare le fasce più fragili delle persone che stanno scappando dalla guerra. "A breve sul sito della questura di Monza verrà anche messo l'elenco dei documenti che sono richiesti per presentare la domanda per il permesso di soggiorno - precisano -. Per noi il contatto umano è fondamentale. I profughi possono anche segnalarci episodi di crimini di guerra ai quali hanno assistito".

Si lavora 6 giorni su 7

Una macchina burocratica che è attiva 6 giorni su 7: dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 15 per gli appuntamenti per il permesso di soggiorno, e il sabato un'apertura ad hoc proprio per la consegna dei permessi di soggiorno. Ne vengono processati circa 170 a settimana. Sempre numeri alla mano sono stati fissati oltre 1.021 appuntamenti. "Entro la metà di settembre andranno consegnati i permessi di soggiorno proprio per poter permettere ai profughi di accedere agli aiuti".  

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