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Domenica, 28 Aprile 2024
Il caso / Renate

"La festa di fine Ramadan in oratorio? Sarebbe come celebrare la Pasqua in moschea"

Non si placa la polemica per la decisione del parroco di concedere gli spazi dell'oratorio all'associazione islamica

A una settimana dall’iniziativa e a un giorno dalla chiusura delle iscrizioni non si placa la protesta contro la festa di fine Ramadan all’oratorio di Renate. Dopo le critiche di Alessandro Corbetta (capogruppo della Lega in consiglio regionale) e la difesa della scelta di accogliere l’evento di Vincenzo Di Paolo (capogruppo del centrosinistra in provincia) adesso a salire sulle barricate e condannare la scelta della location della manifestazione sono i Giovani della Lega di Monza e Brianza.

La festa di fine Ramadan si svolgerà il 5 aprile dalle 18 all’oratorio di Renate. Proprio come diffuso sulla pagina social dell’associazione La Pace di Renate (l'organizzatrice) l’evento (al quale è necessario iscriversi) si svolgerà nel cortile dell’oratorio e in caso di maltempo all’interno. Per l’occasione è previsto un momento conviviale insieme, la prova dell’abito  e per le donne un angolo di henne tatou. Come si legge nel modello di iscrizione “sarà un’occasione unica per condividere gioia e gratitudine con la comunità”.

Ma i giovani del Carroccio bocciano la decisione del parroco di concedere gli spazi. “È una decisione assurda e va contro i principi basilari che contraddistinguono questi centri di aggregazione giovanile dediti alla trasmissione dei valori della religione cristiano cattolica – commenta Francesca Villa, coordinatrice provinciale della Lega Giovani della provincia di Monza e Brianza -. Sarebbe come celebrare la Pasqua e il Natale in una moschea e credo che questo non avvenga in nessuna parte del mondo. Gli oratori non sono degli spazi privati da concedere a piacimento ma sono luoghi simbolo della nostra cultura cristiana e non dovrebbero essere snaturati o, peggio, regalati a chi professa una religione diversa. Questo senza dimenticare la chiusura della scuola a Pioltello per il Ramadan: se fosse veramente integrazione bisognerebbe chiudere in occasione di tutte le feste di tutte le religioni professate in Italia o, diversamente, tenere le scuole aperte a Natale e a Pasquetta per permettere ai non cristiani di seguire le lezioni. Purtroppo, i fatti di questi giorni dimostrano solo la becera imposizione di pochi personaggi che per fare notizia e andare contro il buonsenso creano precedenti preoccupanti che palesano la totale svendita di simboli e valori cristiani per battaglie politiche e qualche giorno di notorietà”.
 

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