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Il ricordo

L'ultimo saluto a Corrado, il clochard che abitava nell'androne del palazzo e che era amato dai monzesi

L'annuncio della sua morte e il ricordo durante il consiglio comunale

Corrado, questo era il nome con il quale tutti lo conoscevano. Il cognome e l’età nessuno li sapeva. Le strade di Monza erano diventate la sua casa e insieme al suo inseparabile amico a quattro zampe Oliver aveva deciso di vivere sotto i portici di una palazzina del centro. Oggi pomeriggio, mercoledì 27 marzo, i tanti monzesi che lo hanno conosciuto gli hanno dato l’ultimo saluto, proprio in quel santuario della Madonna delle Grazie dove le persone che stanno affrontando un momento di difficoltà trovano conforto e aiuto concreto.

L’annuncio della morte di Corrado è stata fatta lunedì sera in consiglio comunale, dal consigliere Simone Villa (Lega) che ha voluto ricordare un personaggio che a Monza era legato e che nella città di Teodolinda aveva trovato anche affetto e solidarietà. Villa ricorda quando durante la giunta Allevi, come vicesindaco, aveva conosciuto la vicenda di Corrado. “Corrado aveva scelto di vivere in mezzo alla strada - ha ricordato durante l’assise -. Un personaggio che ricorda in parte i personaggi mitici della Monza che fu, quelli che si leggevano nei libri di Dante Fossati”.

Il Comune, anche attraverso le unità di strada, si era subito attivato per trovare una sistemazione all’uomo che, però, con modi gentili e garbati aveva sempre rifiutato l’accoglienza nei dormitori. “Rifiutò sempre perché non voleva abbandonare il suo cane Oliver (i cani non possono accedere, ndr) - ha spiegato Villa -. I condomini di una palazzina del centro si erano presi a cuore la sua vicenda e avevano deciso di offrirgli riparo negli spazi comuni del condominio quando non era in giro per la città, e soprattutto durante le ore serali e quando faceva freddo”. Il consigliere del Carroccio ha ricordato Corrado con parole dolci e cariche di affetto. “Aveva fatto una scelta di vita strana, coraggiosa, complessa e insolita - ha concluso -. È stata una persona che ha voluto bene alla nostra città, diventata poi la sua città. Non è mai stato abbandonato, ma sempre accompagnato con estremo affetto”. 

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