rotate-mobile
Politica

La Regione Lombardia dice sì alle carriere alias, ma in Brianza è già polemica

Anche ai lavoratori della Regione sarà concesso. E il Popolo della Famiglia intanto attacca il liceo brianzolo

Non solo Palazzo Marino, anche Palazzo Lombardia dice sì alle carriere alias. I dipendenti della Regione che non si riconoscono nel genere dichiarato alla nascita potranno chiedere di usare al lavoro un nome differente. La richiesta era stata avanzata da un lavoratore. Lo chiarisce MilanoToday.

“Bene che Regione Lombardia abbia aperto le porte di Palazzo Lombardia alle carriere alias, isolando di fatto le posizioni estreme già emerse all’interno della maggioranza”, ha detto la consigliera del M5s lombardo Paola Pizzighini, riferendosi alla vicenda della Lega. Negli scorsi mesi, infatti, il consigliere Giacomo Zamperini aveva presentato una proposta per Fratelli d’Italia contro le carriere alias nelle scuole. 

“È la conferma che, quando ci siamo battuti strenuamente in consiglio regionale contro le mozioni presentate da Fratelli d'Italia per abolire le carriere alias, stavamo lottando dalla parte giusta. Del resto l'intero consiglio regionale aveva respinto per ben due volte i tentativi di cancellazione messi in atto da FdI", ha detto Pizzighini.

C'è polemica però per il liceo brianzolo 

Se a Palazzo Lombardia i lavoratori festeggiano il risultato ottenuto, in Brianza invece si è scatenata la polemica dopo quanto accaduto al liceo Banfi di Vimercate. Dove, a seguito del protocollo approvato la scorsa settimana dal consiglio di istituto, è ora possibile iscriversi utilizzando un “alias”. Dando così agli studenti che hanno intrapreso ufficialmente un percorso di riattribuzione di genere la possibilità di farsi chiamare con un nome diverso da quello anagrafico. Un nome che comparirà appunto  anche nei documenti ufficiali della scuola.

Una novità che ha però scatenato la polemica con Il Popolo della famiglia che è subito salito sulle barricate, bocciando questo intervento. “Abbiamo appreso questa notizia con sconcerto - si legge nella nota ufficiale del partito - Questa scelta presa, a quanto pare, anche con l’accordo della componente studentesca (il consiglio di istituto è formato infatti da insegnanti, genitori, studenti e personale ata, ndr) segna un’abdicazione al ruolo di educatori, maestri, professori degli adulti che accettano di farsi guidare invece che guidare gli adolescenti in una fase tanto delicata e determinante della loro vita. Si dimentica il Consiglio di Istituto del Liceo Banfi di raccontare ai ragazzi del dramma dei ‘detransitioners’, la marea umana di ragazzi che hanno cambiato sesso prima della maggiore età e ora chiedono conto a genitori e educatori sul perché abbiano consentito alla loro immaturità di prendere decisioni così determinanti e senza ritorno. Una pura follia che è una moda e come altre mode del passato tramonterà, non prima però di aver lasciato segni indelebili sulla pelle dei nostri figli. Come nonne, nonni, padri e madri chiediamo al consiglio di istituto di ritornare sulla propria decisione e svolgere quel ruolo di educatori e maestri che è proprio degli adulti”.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

La Regione Lombardia dice sì alle carriere alias, ma in Brianza è già polemica

MonzaToday è in caricamento