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Domenica, 28 Aprile 2024
Lavoro / Agrate Brianza

Vince la battaglia contro l'azienda: reintegrata la lavoratrice "licenziata" perché malata

Da oggi, martedì 19 marzo, la lavoratrice torna in fabbrica

Alla fine ha vinto la sua battaglia e da oggi, martedì 19 marzo, è ritornata in azienda. Così è terminata la querelle legale che si era aperta tra una lavoratrice della StMicroeletronics di Agrate Brianza e la multinazionale: la donna era stata “licenziata” perché, quando si era ammalata, l’azienda non aveva trovato all’interno del grande polo brianzolo un posto adeguato alle sue nuove condizioni di salute. “La lavoratrice ha rifiutato una grossa cifra e grazie alla lotta e al contributo dei consiglieri regionali e dei deputati, oggi giorno di San Giuseppe è rientrata in fabbrica - si legge nel messaggio inviato dalla Usb -. Torna in azienda a testa alta”.

Al centro della vicenda una lavoratrice assunta in azienda da oltre 20 anni, ma che dopo essersi ammalata era stata “licenziata” perché in azienda non si era trovato un posto di lavoro adeguato alle sue nuove condizioni di salute. La donna che aveva sempre lavorato come operaia dopo essersi ammalata era stata trasferita in ufficio.  “Avendo il diploma di scuola media superiore ha svolto attività impiegatizie - aveva spiegato a MonzaToday Michele Solimando rappresentante della Rsu delle StMicroelectronics e dirigente Usb Lombardia -. Un lavoro proseguito per due anni, poi il ritorno alla vecchia mansione e la nostra denuncia con l’uscita del medico della Ats che aveva dichiarato inidonea quella mansione. La nostra collega è rimasta a casa con permessi retribuiti e poi è stata licenziata”.

La donna si era rivolta ai sindacati: Rsu, Usb e Uilm erano saliti sulle barricate proclamando anche uno sciopero. Anche la politica locale si era mobilitata con il Movimento 5 Stelle che aveva presentato, attraverso il senatore Bruno Marton, un’interrogazione al ministro Giancarlo Giorgetti. Durante la mobilitazione fuori dall’azienda erano scesi in piazza anche i rappresentanti del Partito comunista italiano di Monza e Brianza, mentre il Pd aveva dichiarato solidarietà alla lavoratrice. Anche Sinistra italiana aveva presentato una interrogazione in Senato, attraverso il senatore Tino Magni.  

"Siamo davvero soddisfatti– evidenzia il segretario generale ULM Milano Monza e Brianza Vittorio Sarti – che giustizia sia stata fatta grazie anche alla nostra lotta. Non avevamo dubbi che la situazione si potesse risolvere per il meglio proprio perché la multinazionale stava violando la normativa vigente adottando scuse assurde e contraddicendosi spudoratamente con dichiarazioni menzognere. Speriamo che questo rappresenti un caso e monito non solo per questa azienda, ma per tutte quelle che giocano sulla pelle delle persone che hanno bisogno e voglia di lavorare e che si vedono precluso questo loro sacrosanto diritto per colpa del profitto a ogni costo. Saremo sempre vigili contro ogni situazione di discriminazione lottando al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori che si vedono calpestare i propri diritti da imprese e imprenditori senza scrupoli".

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