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L'appello

L'Armadio dei poveri resta senza casa: consegne e ritiri in mezzo alla strada

"Il comune ci ha riferito di non avere spazi a disposizione. A noi bastano 100 mq a Monza, e siamo disposti a pagare anche un contributo"

Da anni aiutano le persone in difficoltà ma oggi a chiedere una mano sono gli stessi volontari. Dal 24 luglio l’Armadio dei poveri è stato costretto ad abbandonare la sede allo Spazio 37 di via Borgazzi a causa dei seri danni del nubifragio, e tra pochissimi giorni rimarranno proprio in mezzo a una strada. Quel benefattore monzese che all’inizio di agosto aveva aperto (temporaneamente) le porte del suo box all’associazione, come fin da subito aveva spiegato alla presidente Roberta Campani lo poteva fare solo per un breve periodo di tempo. Così che tra pochi giorni i volontari rimarranno senza un tetto sulla testa.

“Ad oggi, purtroppo, il miracolo non si è ripetuto - spiega Roberta Campani a MonzaToday -. Abbiamo avuto un incontro in comune ma ci è stato riferito che a Monza il comune non dispone attualmente di spazi come da noi richiesti, e quelli disponibili non sono agibili”. L’Armadio dei poveri cerca un magazzino (o un grande box) di circa 100 mq. Fondamentale che sia su Monza. “Non possiamo spostarci altrove, come qualcuno ci ha suggerito o invitato a fare anche sui social. Siamo nati a Monza, i nostri utenti fragili sono a Monza, e la maggior parte dei donatori è a Monza. Spostarsi in altri comuni diventerebbe un grave disagio per chi, già in difficoltà, non saprebbe come raggiungere la sede. Siamo disposto a pagare anche un contributo”. 

Roberta Campani non si rassegna. In questo mese e mezzo ha continuato a raccogliere vestiti, scarpe, pannolini, pannoloni e c’è chi le ha anche portato scatolame e cibo per i bimbi che lei ha ritirato sul marciapiede. E proprio in mezzo alla strada i suoi utenti l’hanno raggiunta per ritirare quei prodotti che non possono acquistare. “Io non mi fermo - conclude -. Anche senza una sede non posso rimanere sorda di fronte alla richiesta di una mano da parte di un papà che non può compare i vestiti per il bimbo che inizia la scuola, o l’anziano che ha bisogno di traversine e pannoloni. Non posso dire a chi vive in una condizione di difficoltà che chiudo le ante del nostro Armadio dei poveri perché non ho una sede dove raccogliere e stoccare il materiale. A Monza abbiamo dato tanto, i monzesi ci hanno dato tanto: mi auguro che qualcuno ci permetta ancora di aiutare chi è in difficoltà”. 

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