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Domenica, 28 Aprile 2024
La segnalazione / Corso Milano

A Monza c'è un postamat lentissimo: 9 minuti per prelevare (l'impiegato è più veloce)

La denuncia dei sindacati: "L'impiegato è persino più veloce rispetto al sistema informatico"

L’impiegato delle Poste è più veloce rispetto al suo “collega” digitale. A Monza al postamat delle poste centrali di corso Milano per prelevare, richiedere e stampare la lista dei movimenti del proprio conto corrente postale servono 9 minuti. Per le stesse operazioni allo sportello della Posta di via Gaslini per fare la coda, effettuare il prelievo, ritirare il saldo e pagare un bollettino servono 8 minuti, mentre al postamat di via Gaslini le stesse operazioni sono state effettuate in 2 minuti.

La denuncia arriva direttamente dai sindacati (Acus, Cobas Poste, Slg Cub Poste), alla vigilia dello sciopero nazionale di 24 ore delle Poste Italiane fissato per il 21 marzo contro la privatizzazione dell’azienda. Una privatizzazione che per i rappresentanti dei lavoratori “ha generato un peggioramento del servizio e tolto posti di lavoro, anche a Monza e in Brianza”.

Stefano Ancona (referente Cobas Poste) lo scorso 4 marzo ha fatto un esperimento. Ha misurato il tempo che si impiega per svolgere operazioni molto semplici nella sede centrale di corso Milano e in quella periferica di via Gaslini, nel quartiere di Cristo Re. “In pratica comparando i tempi è risultato che il postamat di corso Milano è più lento rispetto all’impiegato allo sportello - spiega Ancona -. La privatizzazione di Poste ha portato a un forte taglio di personale a livello nazionale, a spesa della qualità del servizio per gli utenti”. Del postamat lumaca di corso Milano la redazione di MonzaToday si era già occupata oltre un anno fa, quando Michele Quitadamo aveva denunciato 7 minuti di attesa per fare un prelievo.

Da destra Stefano Ancona, Giovanni Pulvirenti e Gianni Cavinato

I rappresentanti dei lavoratori puntano il dito contro la possibile ulteriore privatizzazione di Poste Italiane avviata negli anni ’90. “Ad oggi in Brianza abbiamo 89 uffici postali, compresivi degli uffici di recapito che però non sono aperti al pubblico – dichiara Stefano Ancona -. Alcuni uffici non sono aperti tutti i giorni e la posta non viene recapitata quotidianamente. Dal 1994 ad oggi il numero dei dipendenti delle Poste è stato dimezzato: da 220 mila a poco più di 100 mila”.

Giovanni Pulverenti, referente di Slg Cub Poste sottolinea l’importanza del ruolo sociale degli sportelli postali. “Bisogna tornare come all’inizio – precisa -. Un’azienda che serve la cittadinanza, un punto di riferimento con portalettere che conoscono il territorio e le persone. AdessNon si possono togliere posti di lavoro per sostituirli con servizi digitali che risultano peraltro più lenti. Gli sportelli, anche nei comuni più piccoli, devono rimanere aperti tutti i giorni. Per raggiungere più utili e dividendi si stanno togliendo posti di lavoro e si stanno creando disagi ai cittadini”.

La preoccupazione aumenta anche tra i rappresentanti dei consumatori. “La preoccupazione è che quando Poste sarà privatizzata ad oltre il 50% succederà quanto già avvenuto con la ex Sip, poi diventata Telecom e poi Tim – aggiunge Gianni Cavinato, dell’Associazione consumatori utenti -. Gli utenti tra un po’ non riceveranno più neanche la posta e dovranno andarsela a prendere. Le strategie avviate anni fa sono sbagliate e oggi si continua sulla stessa strada con l’azienda che si ritrova anche contratti di telefonia e di energia”.

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