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Dal 10 marzo ospedali aperti ai familiari: ecco chi potrà entrare

Il monzese Mirko Damasco vince la sua battaglia per la riapertura di Rsa, Rsd e ospedali alle visite dei familiari. Approvato il suo emendamento

Il monzese Mirko Damasco festeggia. Ma con lui festeggiano anche tutti i familiari che dall'inizio dell'emergenza sanitaria (e tutt'ora) continuano a combattere contro direttori sanitari che chiudono le porte alle visite dei parenti nelle Rsa (Residenza sanitaria assistenzale), nelle Rsd  (Residenze sanitarie diasabili) e negli ospedali. Il 10 febbraio la Commissione affari costituzionali ha approvato un emendamento relativo all’accesso dei parenti nei reparti di degenza ospedaliera che, dopo i passaggi in Senato ed alla Camera, nei prossimi giorni, diventerà finalmente legge. L’emendamento, presentato da Italia Viva su continua sollecitazione dell'associazione monzese Salvagente Italia presieduta da Mirko Damasco, ha l’obiettivo di regolamentare gli accessi ai parenti dei degenti in strutture ospedaliere, in Rsa, in Rsd e sale parto, togliendo la discrezionalità ai direttori sanitari di poter chiudere le visite.

Cosa cambia dal 10 marzo

Dal 10 marzo, però, le condizioni cambieranno. I familiari dei degenti e degli ospiti delle residenze sanitarie potranno accedere se: avranno completato il ciclo vaccinale primario + guarigione (con tampone negativo); completato il ciclo vaccinale primario + dose booster (senza la necessità del tampone). La visita non potrà durare meno di 45 minuti. "Devo ringraziare in primis la Presidente Commissione Sanità del Senato Onorevole Parente e l’Onorevole Noja - commenta Damasco -. Senza di loro non avremmo vinto questa Battaglia di civiltà  abbiamo parlato di diritti e di umanità. Grazie alla forte pressione esercitata sul tema, il Governo ha deciso di trasformare questo in realtà, togliendo da una sofferenza immane migliaia di parenti e di degenti. Stare accanto a un proprio caro in un momento delicato come un ricovero è un diritto inalienabile. L’amore è cura, aiuta nel processo di guarigione".

Petizione, sciopero della fame e protesta

In oltre un anno di battaglia Mirko Damasco non si è mai arreso. A gennaio 2021 aveva promosso una petizione on line per permettere l'accesso dei parenti negli ospedali. Ha raccolto oltre 30mila firme ma anche le testimonianze di tantissimi familiari che, da Nord a Sud, denunciavano situazioni di chiusura dei reparti. Storie toccanti di malati terminali lasciati morire da soli, di anziani genitori che si sono addormentati senza poter accarezzare la mano dei loro figli, di donne che hanno affrontato il parto senza il supporto del compagno, di nipoti che hanno potuto salutare i nonni solo al telefono. Poi ad agosto Damasco ha intrapreso la strada della protesta silenziosa. Uno sciopero della fame che chiedere l'incontro con il ministro Speranza affinché ospedali, Rsa e Rsd potessero riaprire (naturalmente in sicurezza) le porte ai familiari. Ma quell'incontro non è mai avvenuto. Ma anche in questo caso Damasco non si è arreso. Superata (quasi) la quarta ondata il presidente di Salvagente Italia ha iniziato a protestare fuori dai cancelli dell'ospedale San Gerardo di Monza. Per chiedere che in tutti i reparti venissero aperti alle visite dei familiari, visite giornaliere e non a giorni alterni e preventivamente concordate.  Damasco adesso festeggia: "Direttori sanitari ho solo due parole - scrive sulla sua pagina Facebook -. E' finita. E' finita la vostra supponenza, è finito il vostro sentirvi onnipotenti". 

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