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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Corteo del centro sociale a Monza: fumogeni e traffico bloccato

I manifestanti sono partiti da piazza Castello nel pomeriggio del 9 dicembre. Il corteo è stato organizzato dalla Foa Boccaccio in occasione dei vent'anni di attività del centro sociale recentemente sgomberato

"Da vent'anni sempre in mezzo ai guai". Questo lo slogan che campeggia sul camion che apre il corteo organizzato dalla Foa Boccaccio che sabato 9 dicembre a Monza è partito poco prima delle 15 da piazza Castello alla volta del centro. I manifestanti intorno alle 14 hanno iniziato ad affluire, pronti a partire per la manifestazione messa in piedi dal centro sociale inizialmente indetta in occasione dei vent'anni di attività in città. Un corteo che arriva però a pochi giorni di distanza dall'ultimo sgombero da parte della questura nell'ultima sede occupata abusivamente in via Don Verità. "Saremo in piazza per celebrare i 20 anni della FOA Boccaccio e per rispondere con determinazione allo sgombero di mercoledì, ennesima dimostrazione della volontà della Giunta Pilotto di allinearsi alle politiche repressive della Meloni" avevano annunciato alla vigilia della manifestazione dal centro sociale. 

Corteo Foa Boccaccio centro sociale 9 dicembre-2

Il corteo si è mosso in direzione del centro città e la partecipazione al momento non risulta essere massiccia. Il serpentone di partecipanti ha iniziato a sfilare verso largo Mazzini, salendo per il cavalcavia della stazione. Davanti uno striscione "20 anni sono sono abbastanza. 2000-2023 un amore senza fine", cori, slogan, fumogeni, bandiere. Pesanti i disagi al traffico che già in questi istanti si stanno facendo sentire in città: il traffico è bloccato in direzione del centro così come lungo corso Milano. Il tragitto, secondo quanto al momento trapelato, prevede un passaggio da corso Milano fino a piazza Indipendenza, via Volturno e poi l'arrivo in zona via Magenta. A prendere parte al corteo anche sigle sindali dell'estrema sinistra e antagonisti provenienti da Milano. 

Il corteo del centro sociale Foa Boccaccio a Monza

Come già avvenuto durante l'ultima grande manifestazione organizzata in città dalla Foa Boccaccio, lo scorso novembre 2022, dopo il passaggio del corteo sono apparse diverse scritte sui muri e sulle vetrate di alcune banche della città. 

Scritte e graffitti dopo il corteo del Foa Boccaccio (1)

L'ultimo sgombero

L'ultimo sgombero per il centro sociale Foa Boccaccio a Monza era avvenuto nella mattinata di mercoledì 6 dicembre quando la questura di Monza ha effettuato l'accesso nell'area dello stabile dismesso di via Verità 3 che nelle scorse settimane era stato occupato dal centro sociale, sgomberando i locali. Proprio tra i locali dell'opificio i membri del collettivo stavano ultimando i preparativi per il corteo in programma oggi, sabato 9 dicembre, organizzato per i vent'anni di attività. "Stanno sgomberando la nuova casa della F.O.A. Boccaccio 003 in Via Verità a Monza. Invitiamo tutti a scendere in piazza con noi il 9 dicembre" avevano annunciato sui social dalla Foa Boccaccio. E il giorno dell'appuntamento è arrivato. Non si hanno ancora stime precise sull'adesione alla manifestazione il cui percorso per le strade della città non è al momento noto. Al corteo potrebbero partecipare qualche centinaio di manifestanti e si prevede che alcuni giungeranno in città - come in passato - da altre zone della Lombardia e da altre province. Il punto di ritrovo è fissato nel primo pomeriggio in piazza Castello, proprio vicino alla stazione. 

Tutte le occupazioni della Foa Boccaccio

Tutto è iniziato nel 2003 in via Procaccini, nell’area dell’ex Macello. Un gruppo di giovani occupano uno dei luoghi simbolo della città. Un luogo ormai abbandonato nel quale i ventenni (ma anche più giovani) di allora volevano realizzare il sogno di autogestione e di recupero di uno spazio abbandonato. Da quel luglio 2003 sono trascorsi 20 anni e da allora è stato un susseguirsi di occupazioni: alcune lunghe (10 anni, come nell’ex stadio del Verga a due passi dalla stazione di Monza), altre durate meno di una settimana (proprio come la recente occupazione a settembre e sgombero dopo 5 giorni di uno stabile in via Val D’Ossola, a San Rocco). Fino all'ultima "casa", quella nello stabile dismesso di via Don Verità 3, occupato lo scorso 25 novembre e sgomberato nella mattinata di mercoledì 6 dicembre dalla polizia.

Dopo l’occupazione dell’ex Macello i militanti hanno proseguito occupando la ex fabbrica ormai abbandonata di via Boccaccio. Poi nel 2008 a pochi mesi dall’ennesimo sgombero l’occupazione di uno stabile dismesso in via Arnaldo da Brescia. Dopo 6 mesi è stata la volta dell’occupazione dell’ex cinema Apollo da 5 anni ormai chiuso. Nel 2011 il ritorno nei pressi della stazione di Monza, in uno stabile abbandonato di via Aspromonte proprio a pochi passi da quell’ex Macello dove l’avventura dell’occupazione era iniziata. Dopo pochi giorni l’occupazione di uno stabile dismesso in via Durini durato poco più di 2 mesi poi il ritorno all’ex fabbrica di via Boccaccio (dalla quale i militanti nel 2004 erano stati sgomberati per permettere ai proprietari di attivare i lavori di recupero e ristrutturazione dello stabile) e dopo pochi giorni l’ennesimo sgombero e il trasloco all’ex cinema Apollo. Ad ottobre 2011 la svolta: dopo lo sgombero dal cinema di via Lecco i militanti occupano l’ex stadio del Verga dove rimarranno fino al luglio 2021. Dieci anni di occupazione, mobilitazione, presenza sul territorio e soprattutto lotta contro i partiti e contro le forze dell’ordine. Lo stabile, però, verrà sgomberato a luglio del 2021 e i militanti a quel punto si spostano di poche centinaia di metri: fino in via Timavo dove occupano l’ex deposito Tpm. A quel punto inizia la battaglia dei residenti che a suon di email e incontri con alcuni consiglieri comunali, l’assessore alla Sicurezza Ambrogio Moccia e il questore Marco Odorisio chiedono che lo stabile venga sgomberato. Difficile la convivenza con quei vicini di casa che, soprattutto nel fine settimana, organizzano concerti ed eventi. Ma sarà solo il nubifragio di fine luglio a decretare l’1 agosto 2023 lo sgombero di quell’area: pericolo amianto, questa la causa che ha visto gli agenti della questura liberare gli spazi. Poi a settembre i militanti occupano uno stabile abbandonato di via Val d’Ossola a San Rocco, ma la permanenza nella “nuova casa” dura meno di una settimana e anche questa volta sarà il pericolo amianto a “sfrattare” gli antagonisti. Ma l’occupazione prosegue: il 25 novembre da San Rocco i militanti si spostano nella più centrale San Biagio dove prendono possesso di uno stabile abbandonato in via della Verità. Il nuovo sgombero è arrivato nella mattinata di mercoledì 6 dicembre. 

"Ecco perché occupiamo"

“Nel nostro percorso dal 2003 a oggi, tra esperienze durature e temporanee (TAZ), si contano circa una ventina di occupazioni – raccontano i militanti sulla pagina Facebook della Foa Boccaccio -. Riappropriarsi di uno spazio risponde innanzitutto alle necessità e ai desideri del collettivo occupante, a sua volta rappresentativo di un'ampia fetta di popolazione della città che si rispecchia nel significato profondo di un centro sociale occupato, ossia un progetto politico basato sull'autogestione, sulla socialità spontanea, su relazioni solidali, su un modello aggregativo e culturale accessibile. Attraverso forme di autorecupero, come i lavori collettivi autogestiti, si dà nuova vita a spazi vuoti, trasformandoli in luoghi accessibili a chi abita il quartiere o l'intera città”. Una voglia di autogestione rivendicata da vent’anni: una Monza che in questi 2 decenni secondo gli antagonisti non avrebbe dato occasioni e spazi alle nuove generazioni. Così che di fronte a giunte sia di centrosinistra sia di centrodestra lontane dai loro ideali e modelli di società gli (ex) e attuali ragazzi della Foa Boccaccio continuano ad occupare.

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