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Domenica, 28 Aprile 2024
Il caso

Caso Salis: le ultime novità e quella polemica tutta brianzola in attesa dei presidi

Intanto anche +Europa al fianco della donna e l'annuncio, se Ilaria non tornerà a casa presto, di presidi anche a Monza

Roberto Salis torna in Brianza dopo giorni molto intensi (anche dal punto di vista emotivo) in Ungheria. Il padre della 39enne – ex studentessa del liceo classico Zucchi e vent’anni fa attivista del centro sociale Foa Boccaccio, in carcere da quasi un anno in Ungheria con l’accusa di aver partecipato all’aggressione a due neonazisti – lunedì ha assistito al processo salito alla ribalta delle cronache internazionali per le immagini di Ilaria Salis incatenata mani e piedi e tenuta “al guinzaglio”.  Ieri poi l’incontro in carcere con la figlia “è andato meglio perché stava molto meglio, era più rilassata ed era anche contenta di quello che era accaduto lunedì” ha dichiarato.

Ma intanto in Brianza monta il caso Salis con la mobilitazione di cittadini, associazioni, sindacati e del centro sociale Foa Boccaccio al fianco della donna chiedendone il rimpatrio. Mentre il vicesegretario della Lega Andrea Crippa, il lissonese numero del Carroccio, in una intervista ha dichiarato che "Spiace per il trattamento riservato a Ilaria Salis e ci auguriamo sappia dimostrare la propria innocenza. Però ogni Paese punisce come vuole e non compete a me giudicare quello che si fa in altri Paesi”. Peraltro nella giornata di ieri la Lega è uscita con una nota ufficiale nella quale ricordava l’aggressione a un gazebo del partito avvenuta nel febbraio 2017 alla quale avrebbe partecipato anche Ilaria Salis. L’avvocato della donna ha però precisato che Ilaria Salis in quel processo era stata assolta: aveva partecipato al corteo del centro sociale, ma non all’aggressione avvenuta al gazebo.

“Ci teniamo a ricordare a chiunque stia impostando questo tipo di ragionamento che il rispetto dei diritti umani, come il diritto a un equo processo, sono caratteristiche fondamentali dello stato di diritto, pilastro delle democrazie liberali, e che sono valori assoluti che prescindono dall’orientamento politico di Ilaria, dal motivo del suo arresto e anche da suoi eventuali reati precedenti – riferiscono in un comunicato stampa il Gruppo +Europa Monza -. Noi continueremo a opporci a tutto ciò e a chiedere con forza il rimpatrio di una nostra concittadina i cui diritti fondamentali stanno venendo violati. Per questo abbiamo firmato l’appello lanciato dal comitato Ilaria Salis che si appella al Governo italiano e al presidente della Commissione per i Diritti Umani del Parlamento Europeo affinché Ilaria Salis possa affrontare in Italia il processo per i reati che le vengono contestati e si giunga, quindi, alla sua immediata liberazione”.

A Milano intanto il consiglio comunale ha votato una mozione per chiedere il rimpatrio della donna, e anche dai banchi del consiglio comunale monzese si sta lavorando sullo stesso fronte. “Se la situazione non si evolverà nei prossimi giorni, sarà nostro impegno prendere contatti con il comitato Ilaria Salis e le altre parti che hanno preso posizione sul tema per portare anche a Monza dei presidi simili”, conclude la nota di +Europa Monza.

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