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Il centro sociale festeggia i 20 anni con un grande corteo in città

L'evento per celebrare le attività e le lotte affrontate in questi due decenni

Vent’anni di resistenza e di attività. Il centro sociale Foa Boccaccio celebra l’anniversario con un corteo in programma il 9 dicembre a Monza. L’annuncio nei giorni scorsi proprio sulle pagine social della Foa Boccaccio con un post che annuncia la mobilitazione. Una storia che in parte è stata ripercorsa anche nelle scorse settimane in occasione della grande assemblea pubblica organizzata a San Rocco lo scorso 12 ottobre dal Coordinamento associazione comitati di Monza durante la quale il referente del centro sociale, Matteo Castellani, ha ricordato l’impegno del Boccaccio nell’autorecupero delle aree, ormai dismesse, di via Rosmini (dove poi è stata realizzata la Casa della Montagna e una grande discoteca), di via Timavo (dove dopo 2 anni di occupazione in seguito al pericolo amianto dopo il nubifragio di luglio i militanti sono stati sgomberati) e di via Val D'Ossola (durata meno di una settimana con lo sgombero sempre per problemi di amianto).

Una storia di occupazioni iniziata 20 anni fa 

Un progetto politico iniziato nel 2003 con la prima occupazione  nell’ex Macello di Monza che aveva dato inizio all’avventura del centro sociale a Monza. Un’avventura proseguita nel corso di questi due decenni con varie occupazioni, sogmberi, nuove occupazioni. Ma anche mobilitazioni sociali, presidi e manifestazioni in piazza. Dopo quella prima occupazione dell’ex Macello seguirono quella della ex tintoria di via Boccaccio dove i militanti rimasero fino al 2008, battagliando poi negli anni con le amministrazioni (soprattutto quelle di centrodestra guidate prima da Marco Mariani della Lega e poi da Dario Allevi di Forza Italia). Una linea di tolleranza zero quella abbracciata dalle due amministrazioni che non ha comunque intimorito gli antagonisti che hanno proseguito nella loro battaglia e nelle loro occupazioni: prima nell’ex campo sportivo del Verga, poi in via Timavo e alla fine di settembre in via Val D’Ossola dove l’occupazione è durata meno di una settimana. Ma anche con l’attuale amministrazione di centrosinistra guidata dal sindaco Paolo Pilotto i rapporti non sono idilliaci non avendo parole tenere né per il primo cittadino né per l’assessore alla Sicurezza Ambrogio Moccia.

Non solo impegno locale: al fianco della Palestina

“Dal 2003 il nostro progetto politico ha come base uno spazio sociale occupato nel cuore della Brianza e allo stesso tempo immerso nell’area metropolitana milanese - si legge in un volantino della Foa -. Da vent’anni sviluppiamo attività politica in maniera autorganizzata, trattando tematiche locali, nazionali e internazionali”. Proprio come nelle ultime settimane quando il Boccaccio – in merito alla guerra in Medio Oriente – si è schierato accanto alla popolazione palestinese. A Monza è stato organizzato anche un presidio in piazza. 

Emergenza abitativa

Ma negli ultimi dieci anni grande attenzione è stata riservata soprattutto alle vicende monzesi e in particolare al problema del consumo del suolo pubblico e dell’emergenza abitativa, una tematica quest’ultima che si è molto aggravata durante il periodo dell’emergenza sanitaria che ha visto molte famiglie perdere il posto di lavoro. Un tema quello del consumo del suolo pubblico che ha visto il centro sociale criticare – così come il Coordinamento associazioni e comitati di Monza – le scelte abbracciate dalla giunta Pilotto.

"Ecco perché occupiamo" 

“Occupare una delle tante aree dismesse della città significa dimostrare che dovrebbero tornare alla comunità – si legge nel documento redatto e diffuso dalla Foa -. I ‘legittimi proprietari’ hanno ampiamente estratto profitto da questi luoghi nei decenni in cui costituivano insediamenti produttivi (il riferimento è all’ex tintoria e a via Timavo, ndr). In virtù di quale principio costoro si dovrebbero arricchire ulteriormente attraverso la concessione edificatoria? Riteniamo invece molto più urgente e legittimo soddisfare tutto un altro genere di bisogni territoriali (completamente dimenticati da chi governa e da chi pianifica), quali l’esigenza di spazi di socialità e di autogestione, di luoghi estranei da logiche di consumo e di sperimentazione di nuove forme di stare insieme e di vivere la città e i suoi spazi”.

manifestazione Foa Boccaccio

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